Sabato 23 Novembre 2024
GIAMPAOLO PIOLI
Esteri

Biden prova a resistere: "Pronto a riprendere la campagna elettorale". Ma Harris scalda i motori

Il candidato dem non molla e lo staff rilancia: il 76% degli elettori è con lui. L’ipotesi dell’exit strategy resta e la sua vice è pronta a entrare in corsa. .

Biden prova a resistere: "Pronto a riprendere la campagna elettorale". Ma Harris scalda i motori

Biden prova a resistere: "Pronto a riprendere la campagna elettorale". Ma Harris scalda i motori

I palloncini colorati dell’incoronazione di Donald Trump si sono appena sgonfiati dopo il trionfo di giovedì in Wisconsin, dove il tycoon ha unito il popolo repubblicano verso un nuovo testamento politico dell’America First. Trump ha esaltato il suo movimento, ma non ha brillato e a tanti democratici è sembrato più misurato nei toni e in una sorta di calo psicologico. Ed è forse per questo motivo che Joe Biden – anche se sempre più isolato, sia politicamente sia per il Covid – anziché gettare la spugna e lasciare strada libera a un altro candidato dem, non molla e rilancia. "Non vedo l’ora di tornare a fare campagna la prossima settimana e continuare a denunciare Donald Trump" ha affermato il presidente uscente allontanando così le voci su un suo ritiro imminente. In Delaware, nel quartier generale di Biden, sono al lavoro oltre 1.300 persone dello staff elettorale che hanno messo in piedi più di 800 uffici in tutti gli Stati Uniti, pronti allo sforzo finale e "a spingere Biden alla vittoria". Durante la convention repubblicana di Milwaukee questi giovani professionisti democratici hanno bussato ad oltre 100.000 porte di vecchi elettori dem negli Stati chiave e la direttrice della campagna elettorale di Biden, Jean O’Malley Dillon ha detto che i suoi dati sono diversi dai sondaggi circolati. "Il 76% delle persone contattate – ha spiegato – è con Joe Biden. Il 16% vorrebbe qualcun altro ma lo vota senza problemi proprio per contrasto a Trump e un 8% non è interessata".

Avere un candidato presidente ancora in isolamento Covid non aiuta, ma Joe il combattente la settimana prossima vedrà anche Netanyahu in visita a Washington. Anche se potrebbe essere l’ultimo colpo di reni e d’orgoglio in vista di una exit strategy onorevole. È infatti probabile che alla fine, il presidente quasi 82enne e visibilmente provato abbandoni, lasci. Ma sentendosi tradito dai vertici del partito e dai suoi leader più influenti, compresi Barack Obama e Nancy Pelosi potrebbe anche voler vendere cara la pelle e trascinare la decisione finale nella Convention di Chicago del 19 agosto.

Kamala Harris intanto rimane attiva nei comizi in una sorta di campagna ombra, scalda i motori, ritenuta come la più probabile alternativa a Biden. E per rafforzare l’immagine di Kamala è già scattata anche la caccia al possibile vice, così da creare un ticket forte e in grado di conquistare i giovani (che Biden sembra essersi alienato) e gli elettori negli Stati chiave per la corsa alla Casa Bianca, in primis quelli del Michigan dove gli arabo-americani rappresentano una delle fette più importanti dell’elettorato. Le ipotesi più accreditate puntano a un governatore del Midwest, fra i quali J.B.

Pritzker dell’Illinois, Tony Evers del Wisconsin o Josh Shapiro della Pennsylvania. Altri sognano un ticket tutto femminile con Harris e la governatrice del Michigan Gretchen Whitmer. Una possibilità remota perché se già non è sicuro che l’America possa accettare una presidente donna, ci sono ancora più dubbi sulla vittoria di un ticket tutto rosa. Inoltre Whitmer (così come Shapiro) è considerata una stella nascente nel partito e probabilmente il suo interesse è rivolto più alle presidenziali del 2028.