Né più né meno, un’insurrezione. Proprio mentre Olaf Scholz tenta un disperato rilancio sulla scena internazionale grazie alla telefonata con Vladimir Putin per mettersi in scena come il ’cancelliere della pace’, per la prima volta escono allo scoperto alcuni dei parlamentari più in vista del suo partito, la Spd, con l’esplicito obiettivo di silurare la sua corsa alla rielezione alla poltrona che fu di Angela Merkel. È una corsa contro il tempo (il voto anticipato è fissato per il 23 febbraio), ma il piano è chiaro: sostituire Scholz con il popolarissimo ministro alla difesa Boris Pistorius.
Dal punto di vista dei sondaggi, i numeri sono impietosi: il consenso dei socialdemocratici è precipitato al 16%, la popolarità di Scholz al lumicino. Di contro, Pistorius è ad oggi il politico più amato del Paese, oltre il 66% dei tedeschi chiede che sia lui a correre come cancelliere. Così, nelle stesse ore in cui dal Cremlino il portavoce Dmitri Peskov veicola il messaggio che la telefonata tra Putin e Scholz è stata "franca e diretta" come un "colloquio d’affari", arrivando al punto di evocare "una volontà di riprendere il dialogo", in patria il destino del cancelliere si sta facendo di ora in ora più oscuro dopo la crisi di governo ed il licenziamento del ministro alle finanze Christian Lindner.
È lo Spiegel a rivelare la dimensione della rivolta anti-Scholz: dopo che già vari esponenti Spd dei Länder si erano espressi a favore della candidatura di Pistorius, ora è una nutrita fronda di deputati al Bundestag a rompere gli indugi. A quanto rivela il settimanale, la linea dei “golpisti” è stata delineata ad una riunione della corrente del ’Seeheimer Kreis’, quella più corposa all’interno del gruppo Spd: si tratta di oltre 50 parlamentari e la linea uscita dal vertice è stata definita "univoca". Ossia, se non si punta subito su Pistorius il voto di febbraio sarà "un disastro". Mentre nella ridotta pro-Scholz si parla di ’sindrome Biden’, ricordando com’è andata a finire con la candidata Kamala Harris Oltreoceano, lo stesso cancelliere prova a resistere, cercando di rassicurare Kiev e tutti coloro che, in patria e non solo, guardano con sospetto ad un riavvicinamento con Mosca. "L’Ucraina può contare su di noi, nessuna decisione sarà presa alle spalle dell’Ucraina", ha detto il cancelliere all’aeroporto di Berlino prima di volare a Rio de Janeiro per il G20.
Nelle stesse ore centinaia di russi in esilio si sono riuniti nella capitale tedesca per una manifestazione contro la guerra di aggressione russa in Ucraina e contro il leader del Cremlino, Putin. In prima fila rappresentanti di spicco dell’opposizione russa in esilio come Ilya Yashin e Vladimir Kara-Murza. E soprattutto Yulia Navalnaya, vedova di Aleksej Navalny.