Beirut, 6 agosto 2020 - C'è anche un'italiana tra le 137 vittime della devastante esplosione di Beirut, mentre almeno altri dieci connazionali sono rimasti lievemente feriti. Lo confermano fonti della Farnesina. La donna, che si chiamava Maria Pia Livadiotti e aveva 92 anni, è morta in casa probabilmente a causa di un trauma cranico dovuto alla forza d'urto dello scoppio. Sul suo corpo non vi erano segni di ferite da schegge o lamiere. L'anziana era una delle più longeve italiane della capitale libanese e aveva quasi sempre vissuto lì. Era vedova di Lutfallah Abi Sleiman, già medico di fiducia dell'ambasciata d'Italia a Beirut. Il figlio della donna ha detto di esser stato anche lui lievemente ferito in strada, di aver trovato, al suo ritorno a casa, la madre riversa a terra e di aver capito che purtroppo era già morta.
Soccorritori ancora al lavoro
E non si arresta il lavoro dei soccorritori, ancora impegnati a scavare tra le macerie nel tentativo di trovare dei sopravvissuti, mentre il Paese dei cedri cerca ancora un motivo e le responsabilità all'inferno di morte che sulla sua capitale. L'ultimo bilancio parla anche 5mila feriti e 300mila sfollati. Intanto, sono stati arrestati 16 funzionari del porto di Beirut nell'ambito dell'inchiesta sulla doppia esplosione. Lo ha reso noto Fadi Akiki, commissario statale ad interim presso il tribunale militare. "Le indagini continuano a includere tutti gli altri sospetti, al fine di chiarire tutti i fatti relativi a questo disastro", ha aggiunto Akiki, spiegando che finora sono state interrogate 18 persone.
Macron a Beirut
Intanto a manifestare il suo sostegno al Libano ferito anche il presidente francese Emmanuel Macron, arrivati stamani a Beirut: "Vogliamo sapere le cause dell'esplosione", ha detto il capo dell'Eliseo. Il quale ha assicurato che proporrà ai dirigenti libanesi un "nuovo patto" politico, per far fronte alla rabbia della popolazione, già stremata dalla crisi economica. E' necessario "un cambio di sistema", ha ribadito Macron, che si è recato nel quartiere cristiano di Gemmayzeh, dove è stato accolto da una folla che inneggiava a una "caduta di regime".
E dagli Usa sono partiti tre aerei C-17 con cibo, acqua e medicine. Secondo riferisce in una nota il portavoce del Pentagono, il capitano Bill Urban, gli Stati Uniti intendono continuare ad assistere la popolazione libanese durante questa crisi.
Di Maio: "Pronti ad assistenza"
Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha avuto oggi un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri libanese, Charbel Wehbe, al quale ha espresso profondo cordoglio e massima solidarietà per la violenta esplosione che ha colpito Beirut martedì. Lo rende noto un comunicato della Farnesina. "Siamo pronti a rispondere alle esigenze più urgenti e a fornire tutta l'assistenza necessaria" ha detto il titolare della Farnesina, che ha ricordato i due voli italiani atterrati a Beirut nelle scorse ore con un team di soccorritori specializzati in questo tipo di emergenze e 8,5 tonnellate di materiale sanitario, che si aggiungono all'assistenza già messa a disposizione dal contingente italiano impegnato in Unifil.