Venerdì 10 Gennaio 2025
REDAZIONE ESTERI

La fuga di Assad: dov’è ora il presidente siriano? L’ipotesi dell’incidente aereo

Mistero sulla sorte di Bashar al-Assad: poche ore prima della caduta di Damasco, aveva già lasciato la capitale. Secondo fonti di sicurezza sarebbe decollato a bordo di un Ilyushin-76, diretto a Mosca. I media israeliani: “L’aereo scomparso dai radar”. Ma non ci sono conferme

Roma, 8 dicembre 2024 – Dove è Bashar al-Assad? Mentre i ribelli siriani conquistano Damasco proclamando in tv la caduta del “tiranno”, ci si interroga sulla sorte del presidente della Siria. I combattenti dell’alleanza islamista Hayat Tahrir al-Sham non ne hanno parlato mentre hanno diffuso un video che mostra l’ “arresto” – così viene definito  – del premier siriano  Assad al-Jalali.

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Un manifesto strappato di Bashar al-Assad a Qamishli (Afp)

Il giallo dell’incidente aereo 

Nei concitati eventi di questa mattina, sui social sono girate foto di un incidente aereo. “Assad è decollato da Damasco e si è schiantato vicino ad Homs”, recitava la didascalia. Qualcuno ha smentito la notizia, sostenendo che il velivolo precipitato è un Mig-29 indiano. I media israeliani tuttavia riferiscono che Assad è partito con un aereo poi “scomparso improvvisamente dai radar dopo qualche minuto di volo, dopo una virata di 180 gradi verso la costa”. “Ci sono alte probabilità che sia morto nell'incidente aereo”, sottolineano fonti siriane alla Reuters, secondo quanto riportano i media”.

La verità è che su Assad non ci sono informazioni certe ma solo ipotesi. 

++ Media, 'mistero su aereo con Assad sparito dai radar' ++
L'aereo, su cui sarebbe partito Bashar al Assad "da Damasco è scomparso improvvisamente dai radar dopo qualche minuto di volo, dopo una virata di 180 gradi verso la costa". Lo riportano i media israeliani, citando Reuters (Ansa)

La fuga nella base russa

Secondo fonti qualificate di sicurezza citate dalle agenzie stampa, Assad avrebbe lasciato il Paese a bordo di un di Ilyushin-76 per rifugiarsi in una base russa in territorio siriano. Da qui sarebbe poi diretto a Mosca. Per il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, il presidente è già “fuori dalla Siria”, anche se precisa: “Non posso commentare, non sappiamo dove sia”. 

Un funzionario israeliano citato da Walla, conferma che Assad è volato ieri sera da Damasco nella base aerea russa di Hmeimim, nel governatorato di Latakia in Siria, con l'intenzione di proseguire per Mosca. Anche un funzionario americano afferma di aver visto Assad lasciare la capitale. Il direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdel Rahmane, precisa che Assad è decollato da Damasco poco prima che l’esercito di ritirasse. 

"Mosca: “Si è dimesso da presidente”

Dalla Russia però arriva la smentita dell’accoglienza da parte del Cremlino. “Bashar al Assad avrebbe chiesto asilo a diversi Paesi, che glielo avrebbero negato, e potrebbe essere diretto verso qualche Paese in Africa”. Così, secondo la Tass, agenzia di stato russa, ha detto un membro del “Comitato politico dell'opposizione siriana”. Il governo di Mosca comunque conferma: “Ha lasciato la Siria e si è dimesso dalla carica di presidente” 

La pista di Teheran

Ieri sera Bloomberg assicurava che Assad avesse trovato riparo a Teheran per un ultimo tentativo di restare al potere: il presidente avrebbe contrattato un “esilio sicuro”. Tramite gli Emirati Arabi avrebbe fatto pressione su Donald Trump, premettendo agli Usa di troncare ogni rapporto con gruppi militanti sostenuti dall'Iran, come Hezbollah, chiedendo in cambio un aiuto delle forze occidentali contro i ribelli. 

Proprio Trump ieri dichiarava che Assad è “fuggito dalla Siria”, perché “il suo protettore, la Russia, diretta da Vladimir Putin, non intende più proteggerlo”. 

Il ruolo di Iran e Russia

Quando i ribelli di Hts hanno lanciato l’offensiva a nord della Siria prendendo Aleppo, 

gli alleati storici di Bashar al-Assad, Vladimir Putin e l’iraniano Masoud Pezeshkian, hanno rassicurato sul loro appoggio contro l’insurrezione.  “L'Iran è pronto a fornire ogni tipo di supporto necessario per sradicare il terrorismo e ostacolare gli obiettivi dei suoi sostenitori”, aveva assicurato Pezeshkian, puntando il dito contro i disegni di Usa e Israele nella regione. E anche il Cremlino aveva garantito "sostegno incondizionato alle azioni delle legittime autorità, volte a ripristinare l'ordine costituzionale e l'integrità territoriale" della Siria. Da quelle telefonate ad oggi, giorno della caduta del regime, sono passati pochi giorni. 

La parabola di Assad: 25 anni al potere

Bashar al- Assad governava la Siria dal 2000, anno in cui ereditò di fatto il potere dal padre  Hafiz al-Assad. Nelle diverse elezioni Assad è stato di fatto l’unico candidato e ha ottenuto percentuali di gradimento plebiscitarie. Boicottate dalle opposizioni le ultime consultazioni presidenziali del 2021 si sono svolte senza le garanzie degli osservatori internazionali. E non sono considerate elezioni libere e legittime. 

Sempre sostenuto da Iran e Russia, per 25 anni Assad è rimasto aggrappato con le unghie alla presidenza di un Paese dilaniato da un conflitto civile, iniziato nel marzo 2011, sull’onda della cosiddetta Primavera Araba. Dopo l'ascesa, aveva avviato un percorso di riforme che all'epoca aveva fatto pensare a un'iniziale apertura di Damasco verso l'Occidente. Un quadro ben diverso dalla repressione subito scattata nel 2011 in risposta a proteste pacifiche.