Mercoledì 17 Luglio 2024
RICCARDO JANNELLO
Esteri

Barcellona, la vicesindaca: "Troppe 10mila case per alloggi turistici. In 5 anni le chiudiamo"

Laia Bonet Rull: non si può scavalcare il diritto all’abitazione. "L’edilizia residenziale è una priorità, i costi delle locazioni sono saliti del 68%"

A Barcellona il proliferare di appartamenti riservati agli affitti di brevi e agli Airbnb sta procurando una grave crisi abitativa

A Barcellona il proliferare di appartamenti riservati agli affitti di brevi e agli Airbnb sta procurando una grave crisi abitativa

Barcellona, 17 luglio 2024 –  A Barcellona il proliferare di appartamenti riservati agli affitti di breve durata, quelli turistici, e agli Airbnb, sta procurando una crisi abitativa per i cittadini molto grave accompagnata da un aumento incontrollato dei costi di locazione. E così in cinque anni l’amministrazione chiuderà tutte le attività di accoglienza privata.

La vicesindaca Laia Bonet Rull
La vicesindaca Laia Bonet Rull

Una misura così energica sugli affitti turistici è necessaria?

"Il provvedimento sugli affitti brevi – ci spiega Laia Bonet Rull, vicesindaca e responsabile fra l’altro dell’Edilizia residenziale nella giunta del socialista Jaume Collboni – risponde all’esigenza di garantire l’accesso agli alloggi. La carenza è evidente, ma dobbiamo lavorare perché i barcellonesi possano rimanere nella loro città per sviluppare un progetto di vita".

Quanti sono gli appartamenti oggetto dell’intervento?

"Barcellona oggi conta 10.101 case dedicate all’affitto di breve durata. La città non può permettersi di averne così tanti, il turismo non deve andare oltre il diritto alla casa. Pertanto, nell’ambito di un decreto approvato dalla Generalitat della Catalogna, nel novembre 2028 non avremo più abitazioni ad uso turistico. Recuperare quei 10.101 appartamenti significa aumentare l’offerta immobiliare in città".

Ma nel frattempo come sopperirete alla richiesta di case?

"Stiamo destinando tutte le risorse possibili alla realizzazione di alloggi a prezzi accessibili. Attualmente abbiamo 5.000 case in costruzione e prima della fine del nostro mandato contiamo di consegnare più di 3.300 appartamenti, sia grazie alla Commissione comunale per l’edilizia sia a enti senza scopo di lucro. Inoltre, Barcellona applica la regolamentazione dei prezzi degli affitti, una misura chiave per fermare prezzi che negli ultimi anni sono aumentati del 68%".

Queste misure tuteleranno definitivamente le ambizioni dei barcellonesi alla casa?

"Stiamo applicando con tutto il suo potenziale un quadro normativo stabilito dal decreto legge 3/2023 della Generalitat (il governo catalano, ndr ) che tiene conto del contesto di emergenza abitativa che stiamo vivendo. Prendiamo questa decisione con piena responsabilità sapendo che la garanzia di accesso all’edilizia abitativa è la prima sfida che dobbiamo vincere".

Ci sono controlli sulle attività di affitto a breve durata? Avete verificato irregolarità?

"Ne perseguiamo di qualsiasi tipo, soprattutto l’abusivismo. Dal 2016 abbiamo emesso circa 10.500 sanzioni e 9.700 hanno cessato l’attività. Da circa 6.000 appartamenti abusivi si è scesi a circa 3-400 che sono nel mirino della squadra ispettiva. Sono stati recuperati a uso di residenza abituale 3.473 appartamenti che svolgevano attività turistica illegale. Ma oltre a noi per impedirne la proliferazione è necessario il massimo coinvolgimento delle piattaforme di locazione turistica: anche loro devono impegnarsi nella lotta contro gli abusivi con meccanismi di controllo efficaci sui propri siti per impedire la pubblicazione di annunci di attività illegali".

Ma se vengono chiusi gli affitti turistici, l’offerta alberghiera di Barcellona può soddisfare tutte le richieste?

"Abbiamo un piano che rende compatibile l’offerta turistica con un modello urbano sostenibile basato sulla garanzia dei diritti fondamentali e sul miglioramento della qualità di vita. Il piano distingue diverse zone: una di decrescita, che delimita i quartieri più saturi dove non ci potrà essere più nessuna licenza; una di manutenzione, dov’è consentita l’apertura di un’attività se ne chiude una esistente; e la zona di crescita contenuta, che comprende soprattutto le zone periferiche in cui sono consentiti nuovi insediamenti purché non superino una certa densità. Oggi abbiamo un potenziale di 5.000 nuove attività turistiche da aprire per una offerta equilibrata e controllata. Potenziale che cresce a 15.000 nuove strutture se si considera tutta l’area metropolitana".