Giovedì 21 Novembre 2024
ALDO BAQUIS
Esteri

Tel Aviv, incubo passato. Balli di gruppo sulla spiaggia dopo la lunga notte di paura

Terrore per il blitz iraniano: agli israeliani è stato ordinato di correre nei rifugi con scorte d’acqua e batterie. In milioni hanno seguito sui telefonini e alla tv il flop dell’attacco. Poi la vita è ripresa normalmente

Tel Aviv, 15 aprile 2024 – “Abbiamo trascorso una delle notti più drammatiche". Yoav Gallant, ministro della difesa di Israele, ha sentito la necessità di esprimere alla aviazione il profondo sollievo e il ringraziamento di Israele per essere riuscita a neutralizzare un gigantesco attacco sferrato dall’Iran.

La vita prosegue normalmente a Tel Aviv dopo l'attacco iraniano
La vita prosegue normalmente a Tel Aviv dopo l'attacco iraniano

Poche ore dopo la bufera, Gallant si è recato con l’ambasciatore Usa Jack Lew in una delle batterie Arrow-3 che hanno bloccato i missili balistici in arrivo e là ha rilevato che quel successo potrebbe avere una portata regionale: "Abbiamo adesso la possibilità di gettare le basi di una alleanza strategica contro la minaccia di missili con testate nucleari provenienti dall’Iran".

Poche ore prima però dieci milioni di israeliani erano in uno stato di ansia. Gli anziani lo avevano già provato nel gennaio 1991 quando, nella guerra del Golfo, Saddam Hussein lanciò decine di Scud su Tel Aviv e Haifa. Nel timore di armi chimiche agli israeliani fu consigliato allora di applicare teli di plastica alle finestre, tenere a portata di mano maschere antigas e attendere gli eventi nelle proprie case.

L’attacco iracheno si concluse con danni limitati e con un numero esiguo di vittime. Come allora, anche in questa occasione agli israeliani è stato ordinato di approntare un ambiente protetto nei propri appartamenti (possibilmente con scorte di acqua e di pile elettriche) e di attendere gli sviluppi.

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Ad accrescere il livello di apprensione sono giunte in serata le notizie sulla chiusura dello spazio aereo di Israele e, all’indomani, di tutti gli istituti scolastici, dagli asili alle università. L’ipotesi del conflitto con l’Iran non era più solo un titolo intravisto sui giornali ma una realtà ormai tangibile. E lo stato di allerta si è elevato ulteriormente quando nella notte responsabili militari in Iran hanno annunciato di aver effettivamente iniziato lanci offensivi contro Israele.

Mentre agli abitanti del Golan, del Negev centrale e di Eilat veniva ordinato di tenersi vicini alle stanze protette, sono iniziati in primi fantasmagorici intercettamenti dei missili in arrivo. Alcune immagini video, sui telefonini, hanno mostrato intercettamenti nei cieli di Gerusalemme: sull’edificio della Knesset e anche sopra alla Spianata delle Moschee. Ma nelle stesse ore sui social arabi circolavano anche immagini fasulle: ad esempio di ‘scene di panico in strada’ (che non sono mai avvenute), di ‘sirene di allarme a Tel Aviv’ (che non sono risuonate) e di ‘vasti incendi’, pure frutto di immaginazione. Dopo una notte turbata dai continui aggiornamenti dei responsabili militari, gli israeliani hanno appreso che la percentuale degli intercettamenti aveva toccato uno strabiliante 99,7 per cento.

Solo all’alba è stato possibile concludere con certezza che l’ultimo dei droni era stato abbattuto, e riattivare l’aeroporto Ben Gurion. Superato l’incubo lungo un’intera notte, la vita degli israeliani, nel corso delle ore di ieri, è ripresa nella totale normalità. A Tel Aviv addirittura, complice la bella giornata di sole, decine di israeliani si sono cimentati in balli di gruppo sulla spiaggia (come raccontato da un medico italiano di Tel Aviv ad alcune agenzie di stampa), mentre in riva al mare giovani si sono messi a giocare a pallavolo e a prendere il sole. Poi famiglie a paseggio con i bimbi e immancabili gli sportivi, tra jogging e bicicletta. Bar e ristoranti gremiti. Tra l’altro pare che qualche mamma sia rimasta infastidita dalla decisione di chiudere asili e scuole: "L’attacco è passato ora apriteli".