Mosca, 18 marzo 2024 – Per Putin è già il giorno dopo. Il neo rieletto per mancanza di alternative ha già festeggiato il suo trionfo domenica notte e poi si è preso anche il gusto di invitare al Cremlino gli altri sfidanti. Mere comparse in quella che si può facilmente definire una rappresentazione teatrale della democrazia. Del resto, i russi all’arte sono abituati. La loro cultura millenaria parla da sola, come anche le decine di teatri disseminati nel centro. A proposito di teatri, il più imponente si trovava nella piazza Rossa.
Un immenso palcoscenico montato già da venerdì per accogliere il concerto destinato a celebrare non solo il trionfo di Putin, ma anche il decimo anniversario dell’annessione della Crimea. Quando si dice il calendario che rema a favore. Una marea umana, quella che ha cercato di accedere all’area, che si è messa in coda fin dalle prime ore del pomeriggio, superando controlli di sicurezza che sono durati ore. Nonostante il trionfo e uno stato vicino a quello di polizia, infatti, l’allerta è ancora altissima. In tutto il secondo anello del centro non funzionano i sistemi di geolocalizzazione. Il 18 marzo dice molto sulla mentalità che ricorre oggi in Russia. Riprendiamoci tutto quello che è nostro, anche se non è nostro da anni e probabilmente non ci è nemmeno mai appartenuto. Poca voglia di argomentare, molta di affermare quella che ormai è una verità assoluta.
"Se non ci fosse stato Putin non avremmo mai riscoperto la nostra identità di russi" spiega Ilya, in coda per entrare in Piazza Rossa. Però, alla domanda su che cosa sia esattamente questa identità russa si limita a rispondere "la Crimea è sempre stata nostra".
Poi, nella prima serata, il presidente in persona sale sul palco, portandosi dietro, sempre come comparse, i tre sfidanti con cui ha appena terminato l’incontro. Il discorso è politico e programmatico, con un messaggio di fondo: la guerra in Ucraina non finirà presto.
"L’annessione della Crimea – ha esordito il neo rieletto presidente – rappresenta l’orgoglio della Russia. Il percorso del Donbass si è rivelato più difficile e tragico, ma ce l’abbiamo fatta. Lunga vita alla Russia". Se il presidente ha voluto metter un sigillo al suo ennesimo successo, seppur fra le polemiche, ma anche lanciare un messaggio all’Occidente. Quel che è fatto, è fatto. Se davvero si vuole negoziare sull’Ucraina, la Russia non indietreggia da quanto annesso fino a questo momento, seppur non riconosciuto dalla comunità internazionale. Per Putin equivarrebbe a una sconfitta.