Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Baghdad, razzi contro base aerea Usa. Esplosioni anche nella Green Zone

Allarme nell'area super protetta dove si trova l'ambasciata americana e la sede del governo dell'Iraq

Un jet sulla pista della base aerea Balad a Baghdad (Ansa)

Un jet sulla pista della base aerea Balad a Baghdad (Ansa)

Baghdad, 4 gennaio 2020 - Due attacchi simultanei a Baghdad contro obiettivi Usa nel giorno dei funerali del generale iraniano Qasem Soleimani. Funzionari di sicurezza hanno riferito che colpi di mortaio sono stati esplosi nella Green Zone, l'area altamente fortificata e militarizzata dove si trovano gli uffici del governo iracheno e l'ambasciata degli Stati Uniti. Immediato è scattato l'allarme nella sede diplomatica americana, che è stata circondata dalle forze speciale mentre la strada che vi conduce è stata chiusa. 

Secondo fonti dei canali tv Al-Arabiya e Al-Hadath la prima esplosione è avvenuta nella piazza della Celebrazione, mentre una seconda si è verificata vicino all'hotel Babylon sul lato opposto dell'ambasciata americana. Un terzo missile infine è caduto fuori dalla Green Zone, ferendo 3 civili.

Contemporaneamente, a un'ottantina di chilometri più a nord, missili Katyusha hanno colpito la base aerea irachena Balad che ospita anche soldati e diplomatici Usa. Secondo il comando della base sono rimasti feriti tre militari iracheni.

Gli Stati Uniti temevano contraccolpi contro le basi in cui le loro truppe sono schierate in tutto l'Iraq dopo l'uccisione, in un raid, del generale Soleimani. E l'Iran ha promesso una vendetta con il sangue. Il presidente iraniano, Hassan Rohani, ha assicurato che "gli americani vedranno la vendetta per anni" e "pagheranno un prezzo altissimo". E non è un caso se le "brigate di Hezbollah" in Iraq hanno allertato le forze di sicurezza irachene e chiesto loro di "tenersi lontani dalle basi Usa almeno un chilometro a partire dalla serata odierna".

Intanto si susseguono gli appelli per evitare che si inneschi una spirale di violenze. Ultimo in ordine di tempo quello di re Salman dell'Arabia Saudita, che ha telefonato al presidente iracheno Barham Salih, sottolineando l'interesse del regno per la stabilità della regione e l'importanza di adottare misure per ridurre le tensioni.