Giovedì 18 Luglio 2024
RITA BARTOLOMEI
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Esteri

Aviaria nell’uomo, Bassetti dopo gli ultimi casi negli Usa: “Nessun dubbio che sarà la prossima pandemia. La domanda è solo quando”

Il primario del San Martino di Genova: “Ecco perché il virus fa paura. La trasmissione da uomo a uomo non è stata ancora documentata. Ma per quanto sarà così?”

Aviaria: ultimi casi umani di infezione negli allevamenti di polli in Colorado

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Roma, 17 luglio 2024 – Sono diventati sei i casi umani di aviaria in Colorado, aggiorna la contabilità Matteo Bassetti, primario del San Martino di Genova. Il professore ha una certezza: “Nessuno ha dubbi che l’aviaria sarà la prossima pandemia. La domanda è soltanto quando. Naturalmente ci auguriamo che avvenga tardi e che nel frattempo siano stati trovati i farmaci e i vaccini”.

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"Aviaria, il virus si sta avvicinando all’uomo” 

Il virus dell’aviaria, chiarisce Bassetti, “negli Usa ormai è presente in animali molto vicini all’uomo. Gli ultimi casi sono tutti riferiti ad allevatori di polli. Naturalmente d’estate è molto più difficile proteggersi con mascherina e guanti, a causa del caldo”. Aggiunge l’infettivologo: “Ci sono anche oltre 150 mandrie di mucche contagiate in numerosi stati americani. Questo ci permette di dire che il virus si sta avvicinando progressivamente all'uomo. Un conto è la foca, un conto sono mucche e polli. Nei primi anni Duemila aveva attaccato anatre selvatiche e pollame nel Sud Est asiatico”.

Perché il virus dell’aviaria fa paura

Ed è proprio questo, osserva l’esperto, il punto cruciale. “Dagli esordi ad oggi il virus dell’aviaria ha fatto tante mutazioni, questo fa paura. Ogni volta che passa da un essere vivente all’altro, si modifica. Nessuno ha dubbi che sarà la prossima pandemia. La domanda è solo quando questo avverrà”.

Perché proprio negli Usa

Mette in fila il professore: “Ogni giorno negli ultimi sei mesi negli Stati Uniti sono stati registrati casi di aviaria. Oggi il rischio per gli esseri umani è molto basso, la trasmissione da uomo a uomo non è stata ancora documentata. Ma per quanto tempo sarà così? Negli Stati Uniti il virus si è stabilizzato. E quella localizzazione in qualche modo mi rende più tranquillo, perché sono certo che stanno lavorando e non ci nascondono nulla”.