Roma, 13 maggio 2024 – Il virus dell’influenza aviaria H5N1 rilevato nelle fogne, in 9 città del Texas. La scoperta - annunciata in uno studio condotto dai ricercatori del Baylor College of Medicine di Houston – si riferisce al periodo tra il 4 marzo e il 25 aprile. Nelle stesse settimane, negli allevamenti di mucche da latte, sono stati registrati i focolai di H5N1ed è stato contagiato anche un uomo.
Le ipotesi degli scienziati
Secondo gli scienziati, “l’analisi del genoma delle sequenze riscontrate nelle acque reflue suggerisce l’origine aviaria o bovina dell’H5N1 ma non è stato possibile escludere altre potenziali fonti, in particolare l’uomo”.
Le parole di Massimo Ciccozzi
Per l’epidemiologo Massimo Ciccozzi questo studio “ci dice che il virus dell’aviaria è presente nelle feci, ovviamente, ma non sappiamo se provenienti da bovini o dall’uomo. Quello che mi fa pensare è che potrebbero essere bovini asintomatici e questo potrebbe essere peggio. Non è un buon segnale sapere che ci potrebbe essere questa possibilità”.
Gli stessi ricercatori americani sottolineano come “la crescente presenza del virus H5N1 negli animali domestici solleva notevoli preoccupazioni sul fatto che l’adattamento virale a esseri umani immunologicamente fragili possa provocare la prossima pandemia influenzale”.
Le parole di Calogero Terregino
Ma si tratta di virus vivo o pezzi di genoma ‘inanimati’? Calogero Terregino, dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, responsabile del centro di referenza nazionale e del laboratorio di referenza europeo aviaria, chiarisce: “La verità è che in questo momento non lo sappiamo, ancora non è chiaro. Sono stati usati metodi biomolecolari per identificare tratti di genoma e sequenziarlo”.
Le parole di Fabrizio Pregliasco
La trasmissione di questo virus all’uomo "si è verificata tante volte” e in passato, a Sumatra in Indonesia, “è già stata descritta anche una catena di trasmissione animale-uomo, uomo-uomo e ancora uomo-uomo: tre generazioni di casi”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano. “Bisogna prepararsi”, esorta l’esperto, inserendosi in un dibattito particolarmente caldo negli Stati Uniti.
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