Roma, 18 dicembre 2024 – Influenza aviaria H5N1 nell’uomo: negli Usa c’è stato il primo caso grave.
La notizia arriva dalle autorità sanitarie, i Cdc, Centri per il controllo e la prevenzione. A novembre si era avuta notizia di un adolescente grave in Canada e di un bambino contagiato, sempre negli Stati Uniti. “Un caso sporadico di malattia grave non è inaspettato”, si sono affrettati a precisare oggi gli esperti americani. Abbiamo chiesto all’epidemiologo Massimo Ciccozzi come va inquadrata questa notizia.
La vicenda per punti
"Allarmismo no, monitoraggio epidemiologico sì”
"Non dobbiamo fare allarmismo ma è fondamentale un monitoraggio epidemiologico classico”, mette in evidenza il professore, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. “Bisogna ricostruire la storia di questo contagio. Come si è ammalata questa persona?”. In effetti le autorità sanitarie Usa raccomandano “precauzioni” agli allevatori, ai proprietari di allevamenti da cortile, ai cacciatori ma anche ai semplici appassionati.
“La trasmissione da uomo a uomo non è provata”
Il professor Ciccozzi insiste su un punto: “La trasmissione da uomo a uomo non è provata”. Però uno studio recente ha rivelato che mancherebbe una sola mutazione per quel traguardo… Chiarisce lo scienziato: “Ma per avere la trasmissione da uomo a uomo ci dev’essere lo spill over, quindi una mutazione genetica casuale che consente il passaggio diretto da animale a uomo senza bisogno di toccare la specie infetta”.
Il rischio degli allevamenti intensivi
Ma che cosa significa ‘casuale’? “Purtroppo molto spesso negli Usa abbiamo a che fare con gli allevamenti intensivi di bovini o polli – risponde Ciccozzi -. Così il virus circola subito. Ed è esattamente questo che va evitato. Perché dai e dai, arriva la mutazione che ci può fare davvero male”.
Il concetto di global health
"Non possiamo pensare che quanto accade negli Usa o in Congo non arrivi anche a noi – è il ragionamento di Ciccozzi -. Bastano anche poche ore di aereo. Per questo bisogna ragionare in termini di global health, salute globale”.
L’aviaria sarà la prossima pandemia?
Ma l’aviaria sarà la prossima pandemia? “Possibile ma non possiamo esserne certi oggi –risponde Ciccozzi -. Sicuramente una p prossimo Giubileo arriveranno a Roma 37-38 milioni di persone”.
rossima pandemia ci sarà, è nella storia dell’uomo. Per questo servono un approccio da salute globale e un monitoraggio epidemiologico. Ricordiamoci che con il