Giovedì 26 Dicembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Aviaria nei gatti, è allarme in Polonia per il primo focolaio

Oms parla di una trentina di casi in due settimane, prima solo sporadica. Almeno 11 felini sono morti e 14 sono stati soppressi

Un gatto

Roma, 17 luglio 2023 - In Polonia è emergenza per l'influenza aviaria A/H5N1, non nei volatiti ma nei gatti. In due settimane sono stati registrati una trentina di casi geneticamente correlati fra loro, spiega l'Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità, che ne dà notizia.

La "prima segnalazione di un numero elevato di gatti infetti in un'ampia area geografica all'interno di un Paese", sottolinea l'Oms che il 27 giugno l'Oms ha ricevuto dalle autorità sanitarie polacche la notifica di "decessi insoliti nei gatti in tutto il Paese". L'agenzia ginevrina continua: "All'11 luglio sono stati testati 47 campioni prelevati da 46 gatti e un caracal in cattività, di cui 29 sono risultati positivi all'influenza A/H5N1".

La fonte dell'esposizione al virus aviario è ancora sconosciuta, ma "le indagini sono in corso". Intanto almeno "14 gatti sono stati soppressi e altri 11 sono morti, l'ultimo decesso il 30 giugno".

L'aviaria nei gatti era già stata segnalata in passato, ma era sempre stata "sporadica" e mai un focolaio come questa volta, puntualizza l'Oms. "Al 12 luglio nessun contatto umano di gatti positivi al virus A/H5N1 ha riportato sintomi di influenza aviaria e il periodo di sorveglianza è terminato per tutti i contatti". L'Oms assicura che il rischio di contagio per l'uomo è valutato come "basso per la popolazione generale", e "da basso a moderato per i proprietari di gatti e per coloro che per ragioni professionali (come i veterinari) sono esposti al contatto con gatti infettati senza l'uso di adeguati dispositivi di protezione".

Ma pochi giorni fa la stessa Oms aveva avvertito che l'aumento dei focolai di influenza aviaria tra i mammiferi potrebbe favorire la diffusione del virus tra gli esseri umani. Infatti dalla fine del 2021 l'Europa è stata colpita dalla peggiore epidemia di influenza aviaria, come anche il Nord e il Sud America. Ma l'abbattimento di decine di milioni di capi di pollame potrebbe non bastare contro il ceppo A/H5N1 del virus, emerso per la prima volta nel 1996. Infatti esiste il rischio che il virus possa mutare e infettare gli esseri umani più facilmente. "Alcuni mammiferi possono far mutare il virus dell'influenza, portando all'emergere di nuovi virus che potrebbero essere più dannosi per gli animali e per l'uomo".