Roma, 3 aprile 2024 – Influenza aviaria da virus A/H5N e rischio in Europa, dopo il contagio umano in Texas dalle mucche. L’Ecdc – Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie – lancia l’allerta attraverso le parole di Angeliki Melidou, principale esperto Ecdc di virus respiratori.
Aviaria, l’allerta dell’Ecdc per l’Europa
Qual è il pericolo? “Questi virus - avvertono gli autori del report diffuso oggi - continuano ad evolversi a livello globale e, con la migrazione degli uccelli selvatici, potrebbero essere selezionati nuovi ceppi portatori di potenziali mutazioni” utili “per l’adattamento ai mammiferi. Se i virus dell’influenza aviaria A/H5N1 acquisissero la capacità di diffondersi in modo efficiente tra gli esseri umani, potrebbe verificarsi una trasmissione su larga scala a causa della mancanza di difese immunitarie contro i virus H5 nell’uomo”. E “l’emergere di virus dell’influenza aviaria in grado di infettare i mammiferi, compreso l’uomo, può essere facilitato da vari fattori”.
Le info dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie sull’aviaria
Cosa sta succedendo negli Usa
Dalle mucche – che hanno contagiato un uomo, secondo caso nella storia Usa – al virus rilevato dal più grande produttore di uova degli Stati Uniti nel pollame di uno dei suoi stabilimenti. L’azienda, Cal-Maine Foods, ha comunicato di aver di conseguenza cessato temporaneamente le attività in questa sede. Il produttore ha spiegato di aver abbattuto circa 1,6 milioni di galline e 337mila galline più giovani, dopo alcune positività all’influenza aviaria ad alta patogenicità (Hpai) rilevate nella struttura texana in questione.
Il mese scorso funzionari del Minnesota avevano segnalato la prima infezione di influenza aviaria nel bestiame negli Stati Uniti, in una capretta che viveva in una fattoria con polli infetti. L’aviaria è stata poi rilevata anche nelle mucche da latte in Texas e Kansas, e ancora in alcune mucche del Michigan, e ci sono stati infine presunti test positivi tra le mucche dell’Idaho e del New Mexico, suggerendo che il virus potrebbe diffondersi tra i bovini. Le autorità sanitarie hanno puntualizzato in ogni caso che il rischio per la salute umana rimane basso.
Gli Stati Uniti e l’esplosione di casi di aviaria
Quanto sono preparati gli Usa per una eventuale pandemia di influenza aviaria? “I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) e l’intero governo degli Stati Uniti stanno prendendo molto sul serio questa situazione”, ha assicurato in un’intervista la direttrice dei Cdc, Mandy Cohen. “Non avevamo riscontrato l’influenza aviaria nei bovini prima della scorsa settimana. Questa è una novità. È un serbatoio in cui il virus può circolare e potenzialmente cambiare”, ha osservato.
I test per creare un vaccino
I funzionari federali si stanno dunque preparando alla possibilità di ulteriori casi umani. E stanno testando componenti per creare un vaccino. Due candidati sembrano ben abbinati per proteggere contro il ceppo H5N1 che circola tra i bovini da latte e gli uccelli. Probabilmente passeranno da settimane a mesi prima che quelle iniezioni scudo possano essere rese disponibili, se necessario, secondo un funzionario degli Health and Human Services.
Se si dovesse verificasse un’epidemia nell’uomo, aumentare rapidamente la vaccinazione sarebbe fondamentale, è stato evidenziato da più parti. E nel Paese il piano decennale per modernizzare la vaccinazione antinfluenzale fissa l’obiettivo di fornire le prime dosi entro 12 settimane dalla dichiarazione di una eventuale pandemia influenzale.
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