Roma, 23 novembre 2024 - Un bambino positivo all’influenza aviaria per la prima volta negli Stati Uniti. La notizia è stata confermata dalle autorità sanitarie americane. Il minore, che vive nella contea di Alameda, nella zona della Baia di San Francisco, presenta sintomi lievi e sta ricevendo cure antivirali a casa, hanno riferito i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) e le autorità sanitarie della California. Nel bambino è stato rilevato un basso livello di virus dell’influenza aviaria (H5N1), il che dimostra che probabilmente non era infettivo quando è stato rilevato. È risultato negativo quattro giorni dopo questo primo risultato positivo.
Invita però tutti a riflettere su questa novità Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive al San Martino di Genova. Anche perché, osserva, “da come dicono i Cdc, sembra che questo bambino o bambina si sia contagiato attraverso un volatile, quindi non è un contagio come gli altri registrati negli Stati Uniti in questo 2024, che erano per la maggioranza casi di allevatori. Questo virus sta continuando a cambiare, sta continuando a mutare, 55 casi negli Stati Uniti in questo 2024 ci fanno dire che per l’H5N1 è la più grande epidemia che si era mai vista dal 1997, quando è stato descritto per la prima volta a Hong Kong l’H5N1, e fu chiamata influenza aviaria”.
“Questo virus nel frattempo è passato attraverso una quantità di animali diversi, soprattutto mammiferi, l’ultima è la mucca da latte - analizza -. Ed è chiaro che si sta sempre di più avvicinando a noi e qui il prossimo passaggio è quello della trasmissione interumana del virus, che avverrà evidentemente prima o poi".
"Quando si porrà anche questo problema – prosegue Bassetti -, bisognerà vedere quale sarà la capacità di contagio di questo virus e questo è fondamentale, quale sarà l’indice R0: più alto sarà e maggiore sarà il rischio di avere una pandemia. Credo che dobbiamo rimanere tutti molto vigili su questo H5N1 perché nell’ultimo anno è molto più vicino a noi di quanto lo fosse certamente un anno fa. E non è col negazionismo che si affronta una pandemia. I numeri mi pare che siano assolutamente reali, 55 casi nel 2024 e deve ancora finire. Questa è evidentemente la più grande epidemia di H5N1 della storia e non sta colpendo Hong Kong o il Vietnam o la Thailandia o la Cina, sta colpendo gli Stati Uniti”.
Quindi, conclude Bassetti, “evidentemente nonostante tutto questo virus ha travalicato i confini del Sudest asiatico. In un mondo altamente globalizzato nel quale in sette ore di aeroplano si arriva in Europa o si arriva in qualunque altra parte del mondo, è chiaro che - come abbiamo detto tante volte - è solo un problema di quando. Sul fatto che la prossima pandemia sarà quella dell’H5N1 potrebbe non esserci dubbio, si tratta di capire quando sarà la prossima pandemia”.