
I veicoli da combattimento della fanteria Lynx si trovano in un capannone di produzione Rheinmetall (Afp)
Roma, 17 marzo 2025 – L’industria europea verso la riconversione di fabbriche dalla produzione di auto a quella di armamenti. E anche, per quanto riguarda il gigantesco settore della componentistica, dalla produzione per l’auto a quella per i veicoli da combattimento. Ultimo in ordine di tempo a essere finito nel mirino dei piano di riarmo è l'ex stabilimento dell'Audi a Bruxelles, chiusa definitivamente il 28 febbraio scorso. Ad annunciarlo è stato il nuovo ministro della Difesa, Theo Francken. "Dobbiamo costruire la nostra industria e aumentare la produzione, l'Audi di Bruxelles sarà il primo test" per la riconversione dell'industria, ha annunciato. Domani visiterà il sito con le aziende di difesa interessate. Secondo anticipazioni della stampa il gruppo industriale belga John Cockerill - che ha recentemente rilevato il produttore francese di veicoli militari Arquus - vorrebbe installarci una catena di montaggio per mezzi dell’esercito, tra cui blindati leggeri e dispositivi anti-drone. Il sindaco socialista di Forest (comune dove ha sede la fabbrica), Charles Spapens, esprime qualche perplessità: "Non voglio un sito che diventi un obiettivo militare in quanto tale". E ancora: "Tutto ciò che mette a repentaglio la sicurezza dei cittadini non ha posto qui", temendo che la fabbrica diventi subito obiettivo di eventuali attacchi nemici.
Gli stabilimenti Volkswagen
Il Gruppo Volkswagen è del resto "aperto" alla possibilità di avviare la produzione di veicoli da trasporto militare. Giorni fa il ceo Oliver Blume ha dichiarato all'emittente Zdf. "In linea di principio, siamo aperti a tali iniziative". E ha sottolineato che al momento non sono in corso trattative "approfondite" con i rappresentanti del complesso industriale militare.
Lo stabilimento Volkswagen di Osnabruck sarebbe "molto adatto" a una riconversione alla produzione militare, aveva affermato la settimana scorsa il ceo di Rheinmetall, la maggiore industria tedesca nel campo degli armamenti, mentre la casa automobilistica tedesca sta valutando soluzioni per riqualificare il sito, che potrebbero includere anche una vendita.
La crescita di Rheinmetall
Il numero uno di Rheinmetall, Armin Papperger, parlando coi giornalisti dopo aver previsto una forte crescita delle vendite per il 2025, ha affermato che, sebbene Rheinmetall potrebbe riconvertire più stabilimenti automobilistici, è anche possibile acquistare siti dalle case automobilistiche, alle giuste condizioni. Papperger ha affermato che le fabbriche di carri armati necessitavano di gru per carichi pesanti e di capacità di carico adeguate, aggiungendo che prima di investire in nuove sedi sarebbero stati necessari ordini sostanziali, ad esempio per il veicolo da combattimento della fanteria Lynx. "In questo caso si potrebbe anche valutare se una centrale come Osnabruck, che secondo me sarebbe molto adatta, potrebbe essere coinvolta", ha detto Papperger.

I commenti di Papperger giungono due settimane dopo che Rheinmetall ha dichiarato che avrebbe riconvertito due dei suoi siti automobilistici per produrre principalmente attrezzature per la difesa, cosa che, a suo dire, potrebbe accadere anche in alcuni dei suoi altri siti. Le aziende tedesche del settore della difesa, in cerca di maggiori capacità mentre l'Europa si prepara ad aumentare la spesa militare, stanno assumendo anche lavoratori provenienti dall'industria automobilistica in difficoltà: è il primo segnale di un cambiamento che potrebbe contribuire a rilanciare la più grande economia del continente dopo due anni di contrazione.
Le sinergie esistenti e future
Papperger ha affermato che Rheinmetall era in trattative regolari con Volkswagen tramite una collaborazione già esistente nella produzione di camion militari, aggiungendo che, sebbene non ci fosse un concept esistente per Osnabruck, le cose potrebbero evolversi rapidamente se le condizioni diventassero favorevoli. "Una cosa è chiara: prima di costruire una nuova fabbrica di carri armati in Germania, ovviamente ci daremo un'occhiata", ha affermato Papperger, aggiungendo che Rheinmetall potrebbe addirittura vendere l'intera divisione Automotive Power Systems se ricevesse un'offerta ragionevole. Rheinmetall, il più grande produttore di munizioni d'Europa, possiede il 51% di Rheinmetall MAN Military Vehicles, mentre la quota rimanente è detenuta da MAN Truck & Bus, una divisione di Traton, il produttore di camion la cui maggioranza è detenuta dalla Volkswagen.
Come si muove l’Italia
E in Italia? "Le collaborazioni e le affinità tra produzioni auto e difesa-aerospazio si sono sviluppate da anni e offrono grandi opportunità di crescita per la componentistica e le lavorazioni meccaniche. E' in atto una nuova rivoluzione industriale che dobbiamo governare, a cominciare proprio dai mezzi di trasporto. E l'auto non potrà avere in futuro gli stessi volumi produttivi". Così ieri al Messaggero il ministro delle Imprese Adolfo Urso, rispetto alla prospettiva di riconvertire l'industria dell'auto in imprese della difesa nel nostro Paese.
La scheda elettronica funziona sia in un veicolo urbano sia in un elicottero
"Un microchip già adesso può servire per un'auto o per un satellite - spiega -. La scheda elettronica funziona sia in un veicolo urbano sia in un elicottero. Il cingolato muove un trattore come un blindato che tutela i nostri militari in Libano". E aggiunge: "Nel libro verde 'Made in Italy 2030' abbiamo definito la strategia industriale confrontandoci con oltre 500 player - prosegue -. A giugno presenteremo il primo documento di strategia industriale dopo trent'anni, per indirizzare il Paese verso le nuove opportunità di sviluppo. Intanto abbiamo messo in campo oltre 2,5 miliardi di euro per il comparto dell'auto, 1,6 miliardi per l'anno in corso tra contratti di sviluppo, accordi di innovazione, credito fiscale e incentivi mirati a veicoli di trasporto di altra tipologia".
Un'accelerazione sugli acquisti e sugli investimenti per tutelare la libertà
"L'Europa si è posta come obiettivo di raggiungere almeno il 3% di spesa sulla Difesa e quindi sulla Sicurezza. È quindi verosimile che vi sarà un'accelerazione sugli acquisti e sugli investimenti di ciò che serve per tutelare la pace e la libertà nel nostro Continente. Lo stesso può dirsi per l'avventura spaziale dove possiamo svolgere un ruolo centrale".