Sydney, 20 dicembre 2019 - Gli incendi che stanno divampando in Australia non accennano a placarsi e - trattandosi al momento del posto più caldo della Terra - la situazione sfugge al controllo. Sono centinaia i roghi boschivi, senza contare il fumo che invade le grandi città e una siccità che dura da mesi. Lo Stato orientale del New South Wales, piagato dalle fiamme, ha dichiarato lo stato d'emergenza. La temperatura media nel Paese ha toccato i 41,9 gradi, infrangendo il record di tutti i tempi (da quando le temperature vengono registrate) di martedì, quando la media aveva raggiunto i 40,9 gradi, che a sua volta aveva infranto i 40,3 del 2013. Nell'outback, il grande deserto rosso che pervade quasi tutto il continente, la media al centro e all'ovest tocca i 45, con punte di 49 gradi nel deserto di Nullarbor e di più di 45 ad Adelaide. La zona costiera pacifica, la più 'temperata' con medie intorno al 30-35 gradi e con la vegetazione più folta, è invece devastata dagli incendi, alimentati da caldo, clima secco e forti venti.
Pesante anche il bilancio delle vittime: almeno otto persone sono morte in questi mesi. Milioni di ettari di vegetazione e centinaia di abitazioni sono state divorate dalle fiamme. Molti centri abitati, Sydney compresa, sono avvolti da una persistente nebbiolina marroncina, che in alcune aree della città costituisce anche un rischio per la salute. Da settimane le autorità invitano le persone malate o vulnerabili a non uscire di casa e gli ospedali ricevono sempre più pazienti con problemi respiratori.
Fiaccati da settimane di lavoro senza sosta, i vigili del fuoco sentono di combattere una battaglia disperata. Cinque di essi, fanno sapere i media australiani, sono stati "avvolti dal fuoco" e gravemente feriti nel New South Wales.
In questo quadro di emergenza il premier Scott Morrison si è scusato per essere andato in vacanza alle Hawaii, questa settimana, nel mezzo della crisi che ha messo in ginocchio la Nazione. L'assenza del Primo Ministro ha scatenato condanna e proteste da parte dell'opinione pubblica. "Mi rammarico profondamente per qualsiasi offesa a uno dei tanti australiani colpiti dai terribili incendi boschivi causata dalla mia partenza con la famiglia in questo momento" ha dichiarato Morrison.
Il danno all'ecosistema rischia di essere pesantissimo anche per la fauna locale. Più di duemila koala sono stati uccisi dagli incendi. Lo hanno denunciato gli esperti intervenuti nel parlamento locale, sottolineando che un terzo dell'habitat di questi animali è stato distrutto. Fra i simboli dell'Australia, l'orsetto ghiotto di foglie di eucalipto è diventato anche un simbolo dell'emergenza incendi, dopo il video virale di una donna che si è gettata le fiamme per salvarne un esemplare, morto poi per le ustioni riportate. A parlare di oltre duemila vittime è stato l'ecologista Dailan Pugh, presidente della North East Forest Alliance, secondo il quale la devastazione del fuoco è stata tale che hanno i resti dei koala morti sono andati in cenere. "La nostra stima originale di 350 koala uccisi è probabilmente molto, molto prudente. Abbiamo visto tanti incendi, ma mai come quest'anno. E' un vero Armageddon", ha detto Cheyne Flanagan, direttrice del Port Macquarie Koala Hospital. Considerati una specie vulnerabile dopo che la deforestazione e l'urbanizzazione hanno distrutto parte del loro habitat, i koala potrebbero ora diventare a rischio estinzione per effetto dell'emergenza incendi.