Roma, 14 luglio 2024 – L’ex presidente martire da una parte, l’attuale capo di Stato ritratto come un demente dall’altra. A poche ore dall’attentato a Donald Trump, i social si sono scatenati, soprattutto X, il cui proprietario, Elon Musk, non ha mai nascosto le sue simpatie per il tycoon. Un vero e proprio esercito di account, in parte veri in parte falsi, azionati da remoto da chi ha ben chiaro come funzionino le regole della infowar. Tutti pronti a difendere il presidente martire, che da anni conduce una strategia di comunicazione ben precisa. In questa circostanza, Trump sta agendo come elemento di divisione nella società americana. C’è da scommettere che il suo messaggio amplificherà le divisioni e le tensioni che albergano in un elettorato sempre più diviso.
Di più. Quello che Trump cerca è la polarizzazione. Un obiettivo perseguito con una strategia di comunicazione basata su slogan semplici, diretti, spesso traducibili in attacchi contro l’avversario che in messaggi propositivi. Trump lo fa di proposito, perché così è in grado di cavalcare il malcontento di quell’America profonda che ha finito per diventare lo zoccolo duro del suo elettorato.
Gli effetti di questa politica si vedono, anche se sono in parte gonfiati da un esercito di troll dedito alla teoria del complotto. Poche ore dopo l’attentato, infatti, sui social sono diventati virali post che cavalcavano teorie complottiste secondo le quali la sparatoria sarebbe stata organizzata. I mandanti sarebbero il Mossad, Soros, Obama e Hillary Clinton. Dall’altra parte, oltre all’esaltazione del loro eroe, c’è la demonizzazione dell’avversario. Un Biden ritratto come debole fisicamente, non più nel pieno delle sue capacità mentali. Ai problemi di salute del presidente in carica, che preoccupano il partito democratico, si affiancano fake news sull’andamento negativo dell’economia, oltre all’accusa di prediligere i capitoli di politica internazionale, come il conflitto in Ucraina o la situazione in Medioriente, al benessere del popolo americano.