Nizza, 16 luglio 2016 - «Sventurata la terra che ha bisogno di eroi», scrive Brecht. Da qualche ora la Francia ha nuovi eroi nel suo Famedio. Eroi anonimi, oscuri, consacrati dalla tragedia immane di Nizza. Un motociclista coraggioso. Un passante. Due poliziotti, fra loro una donna. Il camion bianco del franco-tunisino Mohamed Lahouaies Bouhlel si prepara a iniziare la sua zigzagante follia. Eluso il posto di blocco, Bouhlel sta per asfaltare con i quindici metri del suo autoarticolato quelle migliaia di persone sulla Promenade des Anglais, gli occhi al cielo per lo spettacolo pirotecnico. Qualcuno ha compreso, ha realizzato un attimo prima degli altri che quel tir a fari spenti non è lì per caso. Un uomo balza sulla sua moto. Per le prime ricostruzioni è un poliziotto in borghese, ma ancora non ci sono conferme. Si mette all’inseguimento, affianca l’autotreno. Un tentativo generoso fino al sacrificio di sé. Si gioca in quei pochi attimi il seguito dell’eccidio. Richard Gutjahr, giornalista free-lance tedesco, assiste e filma con il suo smartphone. Il video è stato trasmesso dalla emittente televisiva Ard. «Mi trovavo sul balcone di un albergo che si affaccia sul lungomare. Ho visto la gente che stava festeggiando e poi, tutto a un tratto, un camion che si dirigeva sulla folla». Il reporter tedesco continua: «Il camion procedeva molto lentamente, cosa che mi ha sorpreso, non andava forte. Era inseguito da un motociclista. Quest’ultimo ha affiancato il camion sul lato del conducente, poi ha tentato di superarlo e anche di aprire la portiera sul lato del conducente». È allora che il guidatore spara per la prima volta con la sua 7.65. «Il motociclista è caduto, magari ha perso l’equilibrio o è stato colpito. Sta di fatto che è finito sotto le ruote dell’autocarro». Morte di un uomo coraggioso. Il condicente accelera. Il camion adesso viaggia a 80 chilometri. La strage si distribuisce, si dissemina lungo un chilometro e 700 metri: la drammatica immagine dei birilli che volano evocata da tanti sopravvissuti. Un passante, un uomo senza armi né divisa. Due agenti, uno è donna. Il passante balza sulla cabina del camion. A mani nude tenta di arrivare, colpire, neutralizzare il killer che fa fuoco contro di lui. L’uomo generoso deva balzare giù dalla cabina. È allora che si verifica l’intervento decisivo, quello di due poliziotti della Sécurité publique. È agente donna la prima a intercettare, fermare, colpire il killer. Il suo intervento permette ai colleghi di raggiungere il tir, circondarlo, crivellarlo con una cinquantina di colpi. Tutto riassunto e consacrato nelle parole di Eric Ciotti, presidente del Dipartimento delle Alpi Marittime, a Radio Europe 1: «Un uomo è saltato sul camion per tentare di fermarlo. È a quel momento che la polizia è stata in grado di neutralizzare questo terrorista. Non dimenticherò mai il viso di questa poliziotta che ha intercettato il killer». E che ha sparato.
EsteriAttentato Nizza, il motociclista eroe contro il killer