Martedì 16 Luglio 2024

Attentato a Mosca, la proposta: “Processo ai terroristi in Bielorussia: c’è la pena di morte”

Lo ha detto alla tv statale una deputata della Duma. Salgono le pressioni per il ritorno in Russia della pena capitale. Tagiki in fuga dal Paese. Peskov: “Putin soffre, ma non si vede”

Roma, 30 marzo 2024 - Il processo ai 4 presunti terroristi tagiki potrebbe svolgersi in Bielorussia, dove la pena di morte è ancora consentita. Infatti in Russia la pena capitale è nel codice ma è in discussione da anni, e nessuno è stato giustiziato dal 1996. Il regolamento del Consiglio d'Europa glielo vieta, e nel 2009 la Corte Costituzionale ha esteso il divieto fino all'abolizione della pena di morte nel Paese. Ma gli alleati di Vladimir Putin spingono per il ritorno delle esecuzioni dopo l’attentato al Crocus, e lo stesso zar potrebbe così approfittarne per liberarsi di oppositori e terroristi alla luce del sole, dopo le morti sospette di personaggi a lui scomodi come Alexander Litvinenko, Anna Politkovskaja, Boris Berezovskij, Boris Nemtsov, Evgenij Prigozhin e l'ultimo Aleksei Navalny.

Vladimir Putin
Vladimir Putin

La Bielorussia li può condannare a morte

Tra chi sostiene il ritorno della fucilazione (Unico metodo previsto in Russia, ndr) c'è la deputata della Duma di Stato della Federazione Russa, Maria Butina, che al primo canale televisivo statale bielorusso ha suggerito la scappatoia del Cremlino per mandare a morte i responsabili della strage al Crocus, dove “hanno perso la vita anche molti cittadini bielorussi”. Butina ha spiegato al giornalista di Minsk: "Avete esattamente lo stesso diritto della Federazione Russa di processare queste persone", e ha aggiunto: "Penso che ci sia già una discussione su questo tema tra le autorità competenti".

Tagiki in fuga dalla Russia

Intanto il clima per gli immigrati tagiki in Russia si sta facendo pesante, molti lavoratori hanno fatto ritorno nel loro Paese d'origine a seguito dell'attentato. Il ministero del Lavoro, della Migrazione e dell'Occupazione del Tagikistan, tramite il vice ministro, Shakhnoza Nodiri, ha rivelato alla Tass: "Riceviamo molte chiamate", parlando di "paura, panico" da parte dei suoi concittadini.

Peskov: “Putin soffre, ma non si vede”

Anche Vladimir Putin soffre per l'attentato, anche se questo non si vede dall'esterno. Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, lo ha detto a un giornalista della tv statale: Putin ha affrontato la tragedia a modo suo. "Credetemi, se non vedete lacrime sul suo viso, non significa che non stia soffrendo. E quello che sta attraversando, e' improbabile che qualcuno lo riconosca e lo capisca".

Aggiornato il bilancio dei feriti al Crocus

A più di una settimana dall'assalto alla grande sala da concerti alla periferia della capitale russa il dipartimento del Ministero delle Emergenze russo della Regione di Mosca ha aggiornato il numero di feriti nell'attacco terroristico a Crocus: 551. Mentre le vittime sono state 144 persone, tra cui cinque bambini.