Roma, 22 marzo 2024 – Nonostante la rivendicazione dell’Isis è prudente , come è ovvio, fino che non si chiarirà definitivamente la situazione, tutta in evoluzione e dai contorni tragicamente incerti, dell’attentato di Mosca, il generale Giorgio Battisti, analista geopolitico, e primo comandante del contingente italiano della missione Isaf in Afganistan con alle spalle spedizioni anche in Somalia e Bosnia.
Generale, l’Isis ha rivendicato l’attentato. Che lettura si può dare a caldo?
"A prima vista sembrerebbe in effetti un attentato di matrice islamica, ma finché non ci saranno certezze definitive il condizionale è d’obbligo".
Perché l’Isis?
"Nella comunità islamica russa, che è il circa il 30% della popolazione, ci sono molti oppositori di Putin. Poi, sempre analizzando il fatto in via ipotetica, la tecnica utilizzata fa pensare ad alcuni casi precedenti".
Quando e dove?
"Non dobbiamo dimenticare innanzitutto la strage del Bataclan. Poi nel 2016 c’è stato un attentato molto simile a Istanbul con un ceceno autore della strage. Infine, mentre ero a Kabul, nel 2013, ricordo un altro episodio simile in un grande ristorante. Gli attentatori chiusero le porte e cominciarono a sparare. Ma sono esempi".
Gli attentatori paiono ben addestrati.
"Hanno usato una tecnica militare, hanno organizzato l’assalto da professionisti con l’intenzione di fare più vittime possibili. Il canale 112 Telegram parla anche di un’auto imbottita di esplosivo rinvenuta intatta nel parcheggio della sala presa d’assalto. Tutto fa parte di un piano ben congegnato".
Adesso cosa può succedere?
"Certamente Putin darà una stretta interna setacciando l’area della dissidenza, anche se ha incolpato direttamente Kiev che ovviamente smentisce".
È possibile un’accelerazione sul piano militare?
"Le forze militari russe lo stanno già facendo con i ripetuti attacchi su Kiev e contro le centrali elettriche come reazione alle incursioni di gruppi anti Cremlino ad un deposito di petrolio e una raffineria. Anche perché sanno che le forze ucraine sono in difficoltà per la carenza di armamenti e munizioni".
Nei giorni scorsi gli Stati Uniti avevano avvisato i connazionali di lasciare la Russia per timore di attentati.
"Gli americani evidentemente sapevano qualcosa, forse non nei dettagli, anche se ora smentiscono di avere avuto informazioni. Ma il loro annuncio non è stato casuale. Gli Usa hanno collaboratori della loro intelligence in Russia e in ogni caso dispongono di un sistema di intercettazioni potentissimo, che arriva ovunque nel mondo".
La strage arriva subito dopo le elezioni farsa e il plebiscito per lo zar Vladimir Putin.
"Questo è un aspetto importante. L’attentato potrebbe avere la finalità di dimostrare che nonostante l’esibizione di forza elettorale il governo non riesce a tutelare i propri cittadini".