Probabilmente il premier slovacco Robert Fico ce la farà, ma lo spettro della violenza politica torna ad aggirarsi per il Vecchio Continente. In vista delle europee, Bruxelles è preoccupata. "Condanniamo ogni atto di violenza contro personalità politiche. Siamo certamente preoccupati da questi fenomeni che possono aumentare le divisioni all’interno dell’Ue e nelle nostre democrazie", dice il portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer. E non è una preoccupazione generica. Giusto ieri il primo ministro polacco Donald Tusk ha fatto saper sui social di aver ricevuto minacce dopo l’attentato al suo omologo slovacco, allegando lo screenshot di un commento minaccioso nei suoi confronti, poche ore dopo l’attentato ai danni di Robert Fico: "Oggi – si legge nel post – gli slovacchi ci hanno dato un esempio di cosa si dovrebbe fare con Donald Tusk". Agghiacciante. Il rischio non è tanto di azioni organizzazioni radicali ma quello dei lupi solitari, gente come l’estremista che uccise nel 2002 Pym Fortuyn in Olanda o come il 71enne “poeta con la pistola“ Juraj Cintula che l’altroieri ha cercato di fare lo stesso con il premier slovacco, e ora è in carcere con l’accusa di tentato omicidio premeditato. Entrambi erano lupi solitari.
"Abbiamo scandagliato le sue telefonate, il suo traffico internet, interrogato alcune delle sue amicizie, lo abbiamo interrogato. E non è emerso nessun legame con altri. Juraj Cintula è un lupo solitario", ha detto il capo della polizia Lubomir Solak riferendo al Consiglio di sicurezza slovacco sul tentativo di omicidio del premier.
Robert Fico, ha detto la direttrice dell’ospedale universitario di Banska Bystrica, Miriam Lapunikova "è attualmente in terapia intensiva e ha davanti a sé 24 ore decisive. Le sue condizioni sono stabili ma molto serie". Ma c’è un cauto ottimismo. Il presidente eletto Peter Pellegrini l’ha incontrato in un breve colloquio e il vicepremier Tomas Taraba ha detto: "Penso che alla fine sopravviverà, non è in pericolo di vita". Ma il problema è ora evitare che risucceda. "Il responsabile – ha detto il ministro dell’Interno Matus Sutaj Estok, – non era membro di alcun gruppo radicalizzato. Non era di destra né di sinistra, era interessato alla politica. Aveva espresso sentimenti antigovernativi, ma si era radicalizzato di recente dopo le elezioni presidenziali di aprile. Era un lupo solitario".
Il ministro della Difesa Robert Kalinak ha confermato che Cintula nel 2016 aveva frequentato il gruppo paramilitare filorusso Slovenski Branci ("ma era un pacifista, l’ha fatto per convincerli a non usare le armi" la poco convincente spiegazione di Kalinak) mentre una tv locale ha trovato un video del 24 aprile nel quale si vede Cintula protestare a Dolna Krupa, al termine di una riunione di governo alla quale partecipò Fico, gridando "lunga vita all’Ucraina", e "basta con Fico". Da sedicente filorusso a presunto filoucraino in otto anni è un bel salto, ma certo la propaganda russa ha colto la palla al balzo, prima facendo circolare la foto del tentato omicida con quello che veniva definito "il padre del leader progressista Michal Šimečka" (foto risultata falsa) e poi la “notizia“ che Cintula si sarebbe radicalizzato a causa di una compagna ucraina. "È una bufala" ha tagliato corto il capo della polizia Lubomuir Solak. Ma la disinformazia russa non lascia nulla di intentato: qualcuno abboccherà. E se nascerà un altro lupo solitario, tanto meglio per Mosca.