
Grave bimbo di due anni. Preso un afgano, sbarcò in Calabria: sui suoi social messaggi dell’Islam. Oggi nella città il summit sull’Ucraina con Vance e Zelensky. Tra nove giorni la Germania al voto.
Un passeggino nero, chiuso dalla forza d’urto, a pochi passi da una Mini Cooper bianca, inchiodata fra le pozzanghere disegnate sull’asfalto da una pioggerellina senza sosta, tipica dell’inverno bavarese. L’istantanea fa il giro del mondo e sintetizza, meglio delle parole, la portata dell’attentato di Monaco che non ha risparmiato nemmeno i bambini. La città tedesca, teatro oggi della Conferenza sulla sicurezza incentrata sul destino dell’Ucraina – al summit ci saranno tra gli altri il vice presidente Usa, JD Vance, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky –, precipita nella paura, a meno di dieci giorni dall’elezioni politiche in Germania.
Nella mattinata di ieri un’ auto, proprio la Mini della foto, è piombata sulla folla all’incrocio fra Dachauer e Seidlstrasse, vicino alla stazione centrale, mentre era in corso una manifestazione dei Verdi, il sindacato dei servizi. Ventotto i feriti, tra loro anche diversi bambini, uno, due anni appena, lotta fra la vita e la morte in ospedale. Solo l’intervento tempestivo degli agenti, che hanno sparato all’attentatore, un 24enne afgano, poi arrestato, ha scongiurato conseguenzi ancora più gravi. A fugare qualsiasi dubbio sulla natura di quanto successo a Monaco è stato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Sul suo account X ha parlato chiaramente di "un attentato", aggiungendo che "il colpevole deve sentire tutto il peso dello Stato di diritto: va punito e poi subito espulso".
Testimoni raccontano che il veicolo si è avvicinato ai mezzi di polizia, che scortavano il corteo del sindacato, prima di accelerare e investire le persone. Alla guida della Mini sedeva Farhad N., arrivato in Germania nel 2016, stando alla ricostruzione del suo profilo pubblicata della Bild. Era sbarcato nello stesso anno a Reggio Calabria ed era poi transitato a Brescia. Giunto sul territorio tedesco come minore non accompagnato e affidato ad una struttura, poche settimane più tardi aveva presentato una richiesta di asilo, poi respinta. Tuttavia l’espulsione fu sospesa in quanto gli venne concesso un permesso di soggiorno temporaneo.
Il giovane non era sconosciuto ala polizia. Joachim Hermann, ministro dell’Interno della Baviera, ha spiegato che Farhad N. "era stato fermato per furto e possesso di droga". Anche se gli inquirenti si mostrano cauti nel definire la matrice dell’attentato, questa sembra essere di segno islamista. A suffragare tale versione è un’indiscrezione dello Spiegel secondo la quale il 24enne "aveva condiviso post filo islamisti" sui social prima di seminare il panico.
Per la Germania si tratta del secondo attentato con un’automobile in due mesi. In precedenza a Magdeburgo, nell’est del Paese, uno psichiatra saudita, con un passato da islamista ed un presente da estremista di destra, falciò la folla assiepata in un mercatino di Natale, il 20 dicembre scorso. Morirono un bambino e cinque donne.
Stavolta l’attacco colpisce per la capacità di perforare le misure di sicurezza di una Monaco blindata che si mostra al mondo come crocevia della pace fra Kiev e Mosca. "Per quanto dovremo andare avanti così? – soffia sul fuoco delle polemiche Alice Weidel, leader dell’AfD –. Serve un dietrofront sull’immigrazione". Il partito di estrema destra veleggia al secondo posto nei sondaggi. Ma, beneficiando del vento della paura, potrebbe crescere ancora. E ancora.