Sabato 27 Luglio 2024
GIOVANNI ROSSI
Esteri

Attentato a Bruxelles. Spara sulla folla e scappa, uccisi due tifosi svedesi. Il killer: "Sono dell’Isis"

L’assalitore è in fuga, in un video ha rivendicato gli omicidi: "Ho reso giustizia ai musulmani". E’ un tunisino di 45 anni. Sospesa la partita di calcio Belgio-Svezia, spettatori bloccati allo stadio.

"Allah Akbar". Una raffica di colpi sparati da un’arma da guerra e la notte di Bruxelles si macchia del sangue di due innocenti ragazzi svedesi al seguito della propria nazionale di calcio. Feriti imprecisati: almeno un taxista, però fuori pericolo. Effetto Gaza nella capitale belga. La città sede dell’Unione europea proietta lo scenario più aggressivo dell’Islam integralista, quello che le intelligence occidentali temono dopo l’avvio della controffensiva israeliana contro Hamas. Un’ondata di attentati ad opera di radicalizzati pronti a uccidere nelle piazze e nelle strade. Cellule in grado di colpire dovunque per trasportare il conflitto mediorientale e il terrore nel cuore dell’Europa. Tutti i palazzi Ue sono subito blindati durante la notte.

L’assassino viene identificato dalle immagini come Abdelsalem L., tunisino, 45 anni, richiedente asilo dal 2019, residente a Schaerbeek (non lontano dal centro), radicalizzato e già noto. Nel video che l’attentatore immediatamente pubblica su Facebook nel profilo registrato a nome Slayem Slouyma, annuncia di aver "vendicato i musulmani", uccidendo "tre svedesi proprio adesso" (evidentemente pensa che anche uno dei feriti sia già morto). Nel video (subito virale), l’uomo inneggia esplicitamente all’Isis, la sigla terroristica sanguinaria scomparsa dai principali radar ma evidentemente ancora viva. "Sono un Mujahid dello Stato Islamico, che vi piaccia o no. Viviamo per la nostra religione e moriamo per questa stessa religione", dice il killer in arabo, secondo una prima traduzione sui social.

La mattanza dei tifosi svedesi – evidentemente scelti perché facilmente riconoscibili con quelle maglie gialla della propria nazionale – è un atto terroristico in purezza. Ed è questa in effetti la pista che la polizia belga segue immediatamente prima che l’autore si autodenunci. L’attentatore – fuggito in scooter – è tuttora ricercato. "Dopo la sparatoria, i servizi di polizia si stanno mobilitando per garantire la sicurezza dentro e intorno alla nostra capitale", dichiara il sindaco Philippe Close. E subito l’attenzione corre allo stadio ’Re Baldovino’ dove si teme una strage. Le autorità parlano infatti di "attacco ancora in corso" e invitano la gente a "restare a casa", mentre la partita viene sospesa sull’1-1 alla fine del primo tempo dopo una rapida consultazione del delegato Uefa e dell’arbitro con le due squadre. Sugli spalti lacrime, abbracci e cori. I tifosi svedesi e belgi sono sotto choc ma scandiscono insieme il coro “Tutti uniti“, mentre la polizia invita gli ospiti a coprire maglie e bandiere all’uscita dello stadio. Solo alle 23.45 scatta l’evacuazione.

"Il cuore dell’Europa è colpito dalla violenza. Il mio pensiero va alle famiglie delle vittime dell’attentato mortale di Bruxelles. Il mio sostegno alle autorità belghe e ai servizi di sicurezza che monitorano la situazione", scrive in diretta il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel (belga). Ma è evidente che la situazione rischia di diventare incandescente, specie se a Gaza, nelle prossime ore, la situazione dovesse peggiorare. E già nella notte la Francia decide di rafforzare i controlli alla frontiera. Il Belgio è infatti una sperimentata roccaforte del terrorismo islamico. Quartieri come Molenbeek e Schaerbeek, distanti appena un quarto d’ora l’uno dall’altro, custodiscono dietro un’apparente decenza urbanistica focolai di integralismo jihadista già assurti al disonore delle cronache. Altri attentatori, altre stragi, menti raffinate, fiancheggiatori ovunque. E la caccia all’uomo prosegue.