Mercoledì 3 Luglio 2024
BEPPE BONI
Esteri

Attacco via terra a Gaza, il generale Fioravanti: “Per l’esercito di Israele rischia di essere un bagno di sangue”

L’analista: “Difficile addentrarsi in quella città, si devono mettere in conto cecchini, trappole esplosive, imboscate. Dal punto di vista militare è un'opzione che si cerca sempre di evitare”

Roma, 11 ottobre 2023 – Nell'inferno senza fine di bombe, razzi, morti e orrore scatenato dai tagliagole di Hamas si alza di ora in ora il rischio di un'offensiva "boots on the ground", operazione di terra, da parte di Israele assetato di vendetta verso Gaza, da tre giorni ormai assediata e stremata ma ancora efficiente nascondiglio e base dei terroristi finanziati dall'Iran. Ormai non sono più schermaglie, ma guerra totale dove Tel Aviv vuole risolvere una volta per tutte il nodo dei miliziani che hanno scatenato l'aggressione mentre piovono salve di razzi anche dal Libano per mano di Hezbollah. Secondo alcuni esperti l'operazione di terra potrebbe essere scatenata in due punti, da nord a sud per convergere poi su Gaza City. Difficile anche per gli analisti come il generale dei paracadutisti Maurizio Fioravanti, uno che di Medioriente se ne intende essendo stato comandante della Joint task force Onu in Libano dopo l'invasione di Israele nel 2006 e comandante delle forze speciali italiane.

Un palazzo in fiamme a Gaza City dopo un bombardamento da parte di Israele (Ansa)
Un palazzo in fiamme a Gaza City dopo un bombardamento da parte di Israele (Ansa)

Generale è possibile che scatti un'operazione di terra su Gaza? "Tutto dipende anche dal livello politico. In queste ore si sta decidendo la formazione di un governo di emergenza che mette insieme il premier Benjamin Netanyahu, il ministro della difesa Gallant, il leader dell'opposizione Benny Gantz e il suo vice Gady Eisenkot. È una scelta molto complicata e piena di rischi".

Perché piena di rischi?

"Anche l'esercito più preparato sa che combattere all'interno di una città, soprattutto come Gaza, significa addentrarsi in un teatro operativo difficilissimo da conquistare. Si devono mettere in conto cecchini, trappole esplosive, imboscate. Dal punto di vista militare è un'opzione che si cerca sempre di evitare. Inoltre va considerata la conformazione di Gaza City".

In che senso?

"È una città densamente popolata, disordinata dal punto di vista urbanistico, piena di edifici accatastati fra di loro, con strade strette e cunicoli ovunque. E inoltre non si combatte contro un esercito che porta una divisa, ma contro guerriglieri che si confondono tra la gente comune".

C'è la possibilità di un alto costo di vite umane?

"Altissimo, pur con l'eventuale copertura di mezzi corazzati, soprattutto da parte di chi tenta l'offensiva e anche se l'esercito di Israele è perfettamente addestrato dovrebbe mettere in conto un massiccio numero di perdite".

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È più falco il governo o la componente militare?

"L'esercito penso sia più prudente e più propenso a una reazione dura ma più calibrata rispetto a una operazione di terra. I comandanti sanno che i danni collaterali sulla popolazione sarebbero disastrosi".

Che esito dovrebbe avere una vittoria degli israeliani?

"Dovrebbero radere al suolo gran parte degli edifici per poi bonificare tutta l'area. Ma in questo caso anche per i civili sarebbe un bagno di sangue e questo aspetto rischia di ritorcersi contro la reputazione del governo Netanyahu, già sotto accusa. Detto tutto ciò ogni decisione è ancora possibile".

Il generale dei paracadutisti Maurizio Fioravanti
Il generale dei paracadutisti Maurizio Fioravanti

Ma Tel Aviv stavolta vuole prendere il controllo della Striscia.

"Possono farlo, come già sta avvenendo, con incursioni aeree e razzi per colpire obiettivi mirati. Hanno già distrutto alcuni target importanti e centri di comando con l'uccisione di alcuni capi di Hamas. Serve un'operazione chirurgica. E inoltre, per quanto disumana, utilizzano l'arma dell'isolamento bloccando la fornitura di acqua, cibo, medicinali".

Per entrare a Gaza l'esercito ha necessità di infiltrati e informatori all'interno?

"Li ha sempre avuti anche se stavolta l'intelligence non ha saputo prevedere l'aggressione. Comunque l'esercito di Netanyahu dispone di mappe precise, collocazione dei punti di comando, di buona parte dei depositi di armi e dei tunnel. Molti di questi ultimi sono già stati distrutti ma ce ne sono altri e terroristi li ripristinano in fretta".