Roma, 19 marzo 2025 – La tregua a Gaza è finita davvero?
“Apparentemente si è rotta – risponde Sergio Della Pergola, professore emerito di demografia della Hebrew University di Gerusalemme –. Penso che Hamas ucciderà tutti gli ostaggi. Fronteggiamo un’organizzazione nazista (basta leggere le sue carte per convincersene) e un’Autorità nazionale palestinese retta da un quasi novantenne tenuto su dal cortisone, un partner ambiguo e praticamente nullo. Le condizioni fisiche con le quali sono tornati gli ostaggi nella fase A della tregua ricordavano Auschwitz. C’è gente che ha perso 35 chili di peso. Netanyahu da parte sua ha detto che non vuole cedere il sentiero Philadelphia al confine con l’Egitto, una presa di posizione in contrasto con gli accordi definiti. Sono passate settimane”.

Qual è il dibattito interno in Israele?
“Ora c’è il rischio che un paio di franchi tiratori faccia cadere l’esecutivo, tanto più che nei partiti haredim, quelli molto religiosi, c’è la richiesta di far passare il non arruolamento dei loro giovani prima del bilancio. Ma mancano i tempi tecnici, oltreché la possibilità politica. Il parlamento israeliano deve approvare il bilancio praticamente entro due settimane, ma il documento dei conti non c’è. Una parte della coalizione di governo, il gruppo di Ben Gvir, si è dimessa. Ben Gvir aveva posto una condizione: se riprende la guerra, noi possiamo tornare nella maggioranza. Si potrebbe dire dall’esterno che Netanyahu, ricominciando la guerra, fa un atto di politica interna. Il parlamento scadrà nel marzo del 2026 e le elezioni sarebbero previste per il mese di ottobre dello stesso anno. Tutto questo sulla pelle dei 24 ostaggi che vengono condannati a morte”.
Ronen Bar, il capo del controspionaggio interno, lo Shin Bet, è stato licenziato da Netanyahu.
“Bar ha grosse responsabilità nell’operazione di Hamas del 7 ottobre (ndr. il massacro di 1.200 israeliani), ma ha dichiarato che si sarebbe dimesso non appena fossero tornati a casa gli ostaggi. Nel frattempo, è arrivato il Qatargate. Si è scoperto che nell’ufficio di Netanyahu tre stretti consiglieri del premier hanno avuto stretti rapporti con il Qatar. Due hanno perfino fatto campagna pubblicitaria per i mondiali di calcio nell’emirato e hanno preso soldi. Su questo c’è un’inchiesta dello Shin Bet i cui particolari non possono essere rivelati alla stampa. Chiaramente c’è un conflitto di interessi. Si finirà alla Corte Suprema e allo scontro frontale fra il premier, tutte le istituzioni e l’opinione pubblica. Per domani (oggi per chi legge ndr.) è in programma una grandissima dimostrazione pubblica nelle strade di Gerusalemme contro il licenziamento di Ronen Bar. Le Università sciopereranno”.
Lo scenario di guerra rischia di allargarsi all’Iran?
“Trump ha colpito lo Yemen dicendo che ha preso di mira quel Paese, ma che allude all’Iran. Sono parole, ma dobbiamo vedere i fatti. Il presidente degli Usa è un uomo politico assolutamente imprevedibile. Si veda come ha gestito la questione dell’Ucraina”.