Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Attacco Israele, la tragedia degli ostaggi strappati alle famiglie e dei dispersi. Noa, Olga e le altre. Hamas: “Sono in case sicure a Gaza”

Presi anche bambini, anziani e stranieri. Secondo i media mancano 750 persone all’appello. Ambasciata israeliana in Usa: “Oltre cento tra soldati e civili rapiti”. Due thailandesi uccisi nell'attacco e 11 presi. Tel Aviv: istituita unità di crisi per raccolta informazioni sui prigionieri

Alcuni degli ostaggi di Hamas (Telegram Hamas)

Alcuni degli ostaggi di Hamas (Telegram Hamas)

Tel Aviv, 8 ottobre 2023 – Sono state catturate per strada, nei kibbutz, spinte fuori dalle case. Strappate alle loro famiglie. Legate e picchiate, poi condotte sui pick up, prima di svanire nel nulla. Insieme a loro anche ragazzi, bambini, anziani presi in ostaggio dai miliziani di Hamas. Civili che si tramutano in prigionieri di guerra da un momento all’altro e condividono un tragico destino con i soldati israeliani. Poi ci sono i dispersi: sui social le famiglie hanno postato le foto di figli, figlie, parenti, amici che non sono più tornati a casa. 

Alcuni israeliani presi in ostaggio da Hamas
Alcuni israeliani presi in ostaggio da Hamas

Dove si trovano

L'ala militare di Hamas, le Brigate al Qassam - citate da fonti locali - hanno fatto sapere che i presi sono tenuti nei tunnel dell'organizzazione nella Striscia di Gaza e in “case sicure”.

Quanti sono 

Secondo una fonte non ufficiale riportata dal Jerusalem Post mancano all’appello almeno 750 israeliani dall’attacco di ieri di Gaza contro Israele. Le Brigate Al-Qassam, il braccio armato di Hamas, ha reso noto che annuncerà il numero di prigionieri israeliani nelle loro mani "tra poche ore", come riporta al-Jazira.

L’ambasciata israeliana negli Stati Uniti parla di oltre 100 persone tra soldati e civili rapite dai miliziani palestinesi. E fra loro ci sono donne e bambini, sostiene l'ambasciata, confermando che due casi di ostaggi sono stati "risolti" questa mattina. Non sono stati forniti dettagli sulle persone rilasciate, né su come sia avvenuto il rilascio.

La storia di Noa

Noa ballava felice a un festival musicale organizzato l’altra sera nel sud di Israele, alla frontiera. Poi l’attacco di Hamas. Noa, come si vede in un video che sta girando su Twitter/X e sui media israeliani, è stata catturata dai miliziani palestinesi, separata violentemente dal suo ragazzo. Caricata su una motocicletta è tra gli ostaggi di Hamas.

Noa, la ragazza tra gli ostaggi di Hamas (Twitter/X)
Noa, la ragazza tra gli ostaggi di Hamas (Twitter/X)

La disperazione delle famiglie

Sono molti sui social gli israeliani, parenti degli ostaggi presi da Hamas sul confine con Gaza e durante il rave party alla frontiera, a denunciare "un senso di abbandono da parte delle autorità”. E’ la tragedia di madri, padri, fratelli, amici che cercano disperatamente i “desaparecidos” di Israele. Come Ora Kuperstein che sta cercando disperatamente il nipote Bar di 21 anni anche lui alla festa sul confine, dove lavorava, prima di essere rapito da Hamas. “Nessuno ci ha detto nulla. Nessuno ci sta aiutando – ha denunciato la donna alla tv Canale 12 –. È il caos”.

Gli stranieri thailandesi uccisi e catturati

Due cittadini thailandesi sono stati uccisi durante l'assalto condotto da Hamas, mentre undici sono stati presi in ostaggio. Lo ha scritto il primo ministro tailandese Srettha Thavisin in un tweet, dicendo di aver appreso dall'ambasciatore di Bangkok a Tel Aviv. “Gli ostaggi stranieri – scrive Thavisin –  presumibilmente sono stati portati nella Striscia di Gaza. Sono innocenti e non hanno nulla a che fare con alcun conflitto".

Secondo Bangkok ci sono circa cinquemila thailandesi nelle aree del sud di Israele attualmente in guerra. La maggior parte sono lì come braccianti nelle comunità agricole, alcune delle quali sono state attaccate durante l'assalto di Hamas.

Il ruolo dell’Egitto

Secondo quanto riporta il Wall Street Journal (citando funzionari egiziani) Israele avrebbe chiesto all'Egitto di mediare con Hamas per cercare di ottenere il rilascio dei cittadini israeliani presi in ostaggio dai miliziani durante l'assalto. 

Istituita unità di crisi israeliana 

L'esercito israeliano ha istituito una “unità di crisi” dedicata alla raccolta di informazioni “accurate” sugli ostaggi (civili e militari) in mano ad Hamas a Gaza di cui ancora non si conosce il numero esatto. A capo della struttura è stato posto il generale Lior Carmeli. Secondo l'esercito, l'unità dovrà approntare “un quadro situazionale” per la localizzazione degli ostaggi. Alcune famiglie di questi “hanno già ricevuto messaggi sui loro cari”.