New York, 27 settembre 2024 - Aumenta la distanza tra Washington e Israele. Oggi il Pentagono ha negato che Tel Aviv li avesse preventivamente avvisati dell'attacco al quartier generale di Hezbollah, situato sotto un edificio residenziale nel quartiere Dahiya a Beirut, smentendo così alcuni media israeliani. Il bombardamento ha raso al suolo almeno sei palazzi, fanno sapere i media locali. E secondo quanto riferito da un funzionario israeliano a Times of Israel, gli Stati Uniti sarebbero stati informati dell'imminente attacco a Beirut pochi minuti prima che i caccia con la Stella di David colpissero, si parla di 20 razzi sparati dai jet in centro a Beirut.
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Netanyahu dà l’ok al raid dalla camera d’albergo
L'ok al raid è arrivato direttamente dal premier israeliano Benyamin Netanyahu dalla sua stanza di albergo a New York. Il leader israeliano aveva parlato poche ore prima all'Assemblea dell'Onu: "Finché Hezbollah sceglie la guerra, Israele non ha alternative", aveva arringato Netanyahu all'Onu, assicurando che lo Stato ebraico avrebbe continuato ad attaccare in Libano "finché non raggiungeremo i nostri obiettivi. Continueremo a indebolire Hezbollah".
La foto mostra il premier dare l’ordine
Poi dalla sua stanza dell'hotel, come mostra una foto diffusa dal suo staff, ha dato l'ok all'attacco contro Hezbollah. L'immagine ritrae il premier israeliano al telefono, in compagnia del suo consigliere militare, Roman Gofman, e del capo del suo staff, mentre ordina di far decollare i jet.
Il rientro anticipato in Israele
Il premier, che nel momento del raid stava parlando con i giornalisti i giornalisti israeliani, dopo il suo discorso alle Nazioni Unite, ha interrotto immediatamente il briefing: il suo segretario militare gli aveva sussurrato all'orecchio del bombardamento di Beirut. Netanyahu poi si è allontanato in tutta fretta senza dare spiegazioni. In serata si è saputo che il primo ministro israeliano ha deciso di anticipare il suo ritorno in Israele e partirà stasera dagli Stati Uniti.