Roma, 16 luglio 2024 - Nel 2029 l'asteroide 99942 Apophis 'sfiorerà' la Terra ad appena 32mila chilometri, più vicino dei satelliti per le telecomunicazioni che si trovano in orbita geostazionaria. In vista dell'evento, passaggi così ravvicinati avvengono solo una volta ogni 5mila o 10mila anni, l'Agenzia Spaziale Europea ha iniziato a preparare la missione di difesa planetaria Ramses (Rapid Apophis Mission for Security and Safety), per accompagnare il più a lungo possibile l'asteroide durante il passaggio e analizzarlo, con una serie di strumenti scientifici, e verificare il 'prima e dopo' degli effetti dell'attrazione gravitazionale della Terra sull'orbita e la rotazione dell'asteroide e, probabilmente, innescherà anche terremoti e smottamenti.
La missione Ramses
La navetta della missione Ramses, per raggiungere Apophis a febbraio del 2029, due mesi prima dell'evento, dovrà infatti essere pronta al lancio per aprile 2028. L'Esa ha ottenuto l'autorizzazione ad iniziare i lavori con le risorse a disposizione, ma la conferma definitiva alla missione arriverà nel novembre 2025, durante la riunione del Consiglio ministeriale dell'Agenzia.
Apophis ha 375 metri circa di diametro
Apophis, con i suoi 375 metri circa di diametro, passerà così vicino da essere visibile ad occhio nudo per gran parte dell'Europa e dell'Africa e per alcune zone dell'Asia. Ma la Terra a questo passaggio non rischia nulla: gli astronomi hanno escluso la possibilità che l'asteroide colpisca la Terra almeno per i prossimi 100 anni.
Rischio impatto con la Terra
Quando fu scoperto Apophis, il 19 giugno 2004 presso l'Osservatorio nazionale di Kitt Peak negli Stati Uniti, fu subito indicato come uno degli asteroidi potenzialmente più pericolosi mai rilevati. Le osservazioni iniziali indicavano una possibilità che potesse colpire la Terra nel 2029, 2036 o 2068. E una collisione sarebbe stata devastante per questo motivo l'asteroide fu chiamato come il dio egiziano del caos e della distruzione.
“Occasione unica”
Ma l'occasione è unica, come spiega Patrick Michel, direttore al Cnrs francese: "C'è ancora tanto da imparare sugli asteroidi ma, fino ad ora, abbiamo dovuto viaggiare in profondità nel Sistema Solare per studiarli", aggiungendo "Per la prima volta, la natura ce ne sta portando uno qui vicino, tutto quello che dobbiamo fare è osservare".