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L'asteroide 2024 YR4 che potrebbe impattare sulla Terra nel 2032 (X/Esa)
Roma, 20 febbraio 2025 – L'eventuale impatto dell'asteroide 2024 YR4, che potrebbe colpire la Terra il 22 dicembre 2032, “interesserebbe una fascia che attraversa il Pacifico orientale, il centro America, l'Atlantico, l'Africa, la Penisola arabica e arriva fino in India”. Lo sottolinea Luca Conversi, responsabile del Centro di coordinamento degli oggetti vicini alla Terra dell'Esa, precisando che “l'Europa non corre nessun rischio”. Stando ai dati attualmente a disposizione “l'eventuale impatto potrebbe avvenire molto probabilmente in mare o in una zona desertica".
Aumenta ancora il rischio di impatto
Intanto Nasa ed Esa rivedono ancora al rialzo le stime del rischio di impatto: secondo l’Ente Nazionale per le attività Spaziali e Aeronautiche statunitense la probabilità si aggira attualmente intorno al 3,1%, mentre per l'Agenzia Spaziale Europea è pari a circa il 2,8%. Ma un quadro più chiaro, se non definitivo, potrebbe arrivare entro alcune poche settimane. Entro fine aprile gli esperti dell'Esa ritengono di poter avere misure abbastanza precise da escludere la collisione. Ma non è tutto. Secondo le ultime osservazioni, l’asteroide sarebbe di natura rocciosa, e non ferrosa, grande tra i 40 e i 90 metri. “Attualmente si trova a 0,56 unità astronomiche, quindi circa metà della distanza Terra-Sole, e si allontana a una velocità di 82.000 chilometri orari", spiega Conversi, sottolineando che ogni giorno gli astronomi fanno nuove misurazioni per calcolare con maggiore precisione l'orbita.
Misurazioni Esa e Nasa discrepanti, ecco perché
Questo significa che ogni giorno o quasi avremo nuove stime del rischio di impatto, con la consueta piccola discrepanza tra i valori calcolati da Nasa e Esa. "La differenza dipende dal diverso codice con cui sono scritti i software che le due agenzie usano per rielaborare i dati osservativi: i programmi danno pesi diversi alle misure e alle incertezze associate, ma alla fine i risultati sono sempre concordanti e rientrano nella stessa forchetta", rassicura Conversi. La sfida comune è capire, sulla base dei dati attuali, dove sarà l'asteroide fra sette anni.
Il corridoio di rischio
Ad oggi il corridoio di rischio (cioè la regione dello spazio in cui potrebbe passare l'asteroide) "è più grande della distanza Terra-Luna, ma si sta gradualmente restringendo man mano che abbiamo misure più precise", continua l'esperto dell'Esa. "Quando diciamo che la probabilità di impatto è circa del 3%, significa che la Terra occupa grosso modo il 3% di quel corridoio, quindi è normale che la percentuale aumenti man mano che il campo si restringe. Dunque la stima del rischio dovrebbe salire finché il corridoio diventerà così ristretto che la Terra ne sarà fuori. Se saremo fortunati e l'asteroide passerà più lontano della Luna, potremmo essere in grado di escludere l'impatto già fra qualche giorno. Nel 75-80% dei casi saremo in grado di escludere l'impatto già entro aprile". Se invece l'orbita dell'asteroide passerà a qualche migliaio di chilometri dalla Terra, il corridoio di rischio non si restringerà abbastanza per poter escludere l'impatto entro aprile e dunque, per sapere come andranno le cose, dovremo aspettare il ritorno dell'asteroide nel 2028.