Dopo le cerimonie per gli 80 anni del D-Day, Biden e Macron hanno evocato altri campi di battaglia: quelli di Kharkiv e di Gaza, "buchi neri" che mettono in pericolo la pace nel mondo. Il presidente americano, invitato a sorpresa da Macron, si è trasferito da Omaha Beach a Parigi, dove sono stati dispiegati in suo onore tutti i fasti della République: cerimonia all’Arco di Trionfo, sfilata in automobile lungo gli Champs-Elysées scortato da 38 motociclisti e 140 uomini della Garde Réplicaine a cavallo, pranzo di lavoro seguito da una conferenza stampa congiunta, infine cena di gala nei saloni dell’Eliseo imbandierato a festa. "Oggi siamo più vicini che mai, c’è un rapporto inossidabile fra Stati Uniti e Francia, faro della democrazia", ha commentato Biden (che questa volta non ha confuso Macron con Mitterrand).
Il presidente americano ha dichiarato che "Putin non si fermerà all’Ucraina: tutta l’Europa è minacciata e noi non permetteremo che ciò accada". Ha ribadito che gli Usa resteranno "con forza a fianco dell’Ucraina", ha aggiunto di esser dispiaciuto per il ritardo nell’invio degli aiuti a Kiev, quindi si è congratulato con la Francia e gli alleati europei "per il lavoro svolto in sintonia con le posizioni di Washington. Dobbiamo restare uniti con il popolo ucraino che combatte contro la brutale aggressione di Putin", ha concluso. Macron a sua volta ha ringraziato Biden per l’impegno manifestato dagli Stati Uniti: "Questo conflitto mette a rischio la sicurezza e la stabilità della nostra Europa. La nostra posizione è identica, quella del rispetto del diritto internazionale e della libertà dei popoli di disporre di se stessi".
Sostanziali differenze su come gestire il conflitto esistono tuttavia fra Parigi e Washington. Dopo l’iniziale intransigenza gli Usa hanno adottato un atteggiamento più prudente, in particolare per quanto riguarda un rapido ingresso dell’Ucraina nella Nato e l’invio di militari occidentali a sostegno dell’esercito di Zelensky: due fattori che potrebbero provocare una pericolosissima escalation. Macron, che intende cogliere l’opportunità di proporsi come leader dell’Europa, sta usando invece toni sempre più duri verso Mosca e annuncia di voler mandare istruttori militari in Ucraina. Il suo obiettivo è accelerare la nascita di un solida difesa europea – indispensabile a suo avviso nell’ottica di un’eventuale arrivo di Trump alla Casa Bianca – e dar vita a una cooperazione più stretta fra Ue e Nato.
I temi affrontati ieri costituiscono un preambolo alle discussioni del G7 che si terranno la settimana prossima a Borgo Egnazia in Puglia, alla successiva Conferenza di pace in Svizzera e soprattutto al vertice Nato del 9 e 10 luglio a Washington. Anche sull’altro dossier di stringente attualità – l’offensiva d’Israele contro Hamas – si registrano posizioni differenti: la Francia ha preso nettamente le distanze dal modo in cui si muove l’esercito israeliano.
Ieri Macron durante la conferenza stampa a fianco di Biden si è congratulato per l’operazione israeliana che ha portato alla liberazione dei quattro ostaggi detenuti da Hamas, ma ha anche ribadito che Israele deve favorire l’invio di aiuti umanitari a Gaza, anziché bombardamenti e raid contro la popolazione civile. Una cosa è evidente: grazie alla presenza in Francia del presidente americano, Macron – che è in calo di consensi - spera di recuperare alle elezioni europee.