Giovedì 9 Gennaio 2025
CHIARA CARAVELLI
Esteri

Arrestato il fondatore del sito usato per gli stupri di Gisèle Pelicot

Dopo sei mesi dalla chiusura del sito, la polizia francese ha arrestato il suo fondatore Isaac Steidl. La piattaforma è stata la fabbrica di crimini sessuali, tra cui gli stupri di Mazan

Gisele Pelicot il giorno del processo (Ansa)

Gisele Pelicot il giorno del processo (Ansa)

Isaac Steidl, fondatore del sito di chat Coco, è stato arrestato in Francia. La piattaforma, precedentemente nota come Coco.fr, è stata chiusa sei mesi fa, collegata a oltre 23mila crimini, tra cui omicidi, stupri e pedofilia. Steidl, che nel 2023 aveva rinunciato alla cittadinanza francese per ottenere quella italiana, risiedeva in Bulgaria. 

Il suo arresto segue il caso di Dominique Pelicot, che utilizzava il sito per reclutare uomini affinché stuprassero sua moglie, Gisèle Pelicot. Dominique è stato condannato a 20 anni di carcere, mentre altri cinquanta imputati hanno ricevuto pene tra i tre e i 15 anni. Il sito, noto per facilitare attività illegali, è stato chiuso dalle autorità francesi nel giugno 2024: successivamente il suo fondatore era stato interrogato e martedì scorso, dopo aver accettato di tornare a Parigi, è stato convocato dalla polizia. Le indagini della Procura francese hanno rivelato che la piattaforma era in gran parte non moderata, diventando un punto di riferimento per attività criminali.

Conti bancari collegati a Coco sono stati congelati in diversi paesi europei – Ungheria, Lituania, Germania e Paesi Bassi – con il sequestro di cinque milioni di euro.

La storia di Gisèle Pelicot

Attraverso il sito web, Dominique Pelicot aveva reclutato oltre 80 uomini per violentare e abusare sessualmente la moglie Gisèle, settantaduenne originaria del sud-est della Francia, dopo averle somministrato farmaci che la rendevano incosciente. Gisèle, ignara degli abusi che sono andati avanti per oltre dieci anni, ha scoperto la verità solo nel 2020, quando il marito è stato arrestato per altri reati e la polizia ha trovato prove dei suoi crimini. Durante il processo, iniziato nel settembre dello scorso anno ad Avignone, Gisèle ha rinunciato al suo diritto all'anonimato e ha insistito per un processo pubblico, desiderando sensibilizzare l'opinione pubblica sulla violenza sessuale e incoraggiare altre vittime a parlare. La sua determinazione l'ha resa un'icona femminista in Francia e nel resto del mondo, tanto che il suo volto è presente in tutte le manifestazioni femministe e contro la violenza di genere.

Il 19 dicembre 2024, Dominique Pelicot è stato condannato a 20 anni di carcere per stupro aggravato, mentre altri 49 imputati hanno ricevuto pene tra i 3 e i 15 anni. Gisèle ha dichiarato di voler trasformare la vergogna in coraggio: "La prima reazione, quando ho finalmente saputo cosa mi avevi fatto – ha detto in aula chiamata a testimoniare – è stata la vergogna. Ma poi ho capito che eri tu, che eravate voi, a dovervi vergognare, non io. Non so come riuscirò a ricostruire me stessa. Ho quasi 72 anni e a questa età non credo mi resti abbastanza tempo per aggiustarmi. Ma me ne resta abbastanza per provare ad aggiustare il mondo”.