Mosca, 27 marzo 2023 – Vladimir Putin alza ancora la posta in gioco nella guerra in Ucraina e afferma di voler dispiegare armi nucleari tattiche in Bielorussia. Quando il Cremlino usa la parola "nucleare" il mondo ascolta, nota la Cnn in un’analisi approfondita della vicenda, e questo lo sa benissimo anche il presidente russo. in quest'ottica, la continua evocazione dello spettro nucleare altro non sembra che uno strumento retorico, un elemento di una campagna propagandistica più vasta che accompagna gli eventi sul fronte ucraino. Proprio per questo occorre analizzare le dichiarazioni di Mosca in un contesto più ampio.
Cosa succederà in Bielorussia
Il 25 marzo, in un’intervista alla tv statale russa Rossiya-1, Putin ha dichiarato che un deposito per immagazzinare armi nucleari tattiche in Bielorussia sarà completato entro luglio di quest’anno. E’ quanto riporta l’agenzia russa Tass, sottolineando che Mosca non cederà armi nucleari a Minsk, bensì "dispiegherà armi tattiche sul territorio alleato e addestrerà i militari bielorussi a usarle". Esattamente come gli Usa hanno fatto in Europa per molti anni, aggiunge l’agenzia, quindi la mossa non violerebbe le condizioni del Trattato Start (alla quale la Russia ha sospeso la sua partecipazione comunque). Non secondaria la distinzione tra armi nucleari strategiche e tattiche. I temutissimi missili balistici intercontinentali che potrebbero distruggere interi paesi appartengono al primo tipo e hanno una funzione deterrente, mentre nella seconda categoria sono comprese armi ben più piccole, ma potenti e progettate per essere utilizzate sul campo di battaglia. E sono queste ultime che Putin intenderebbe trasferire in Bielorussia.
Diversi analisti internazionali, tra cui anche alcuni russi citati dall’agenzia Tass, concordano che il dispiegamento di tali armi è prima di tutto una mossa politica, per mostrare all’Occidente che se gli Stati Uniti possono trasferire armi nucleari in paesi terzi allora lo può fare anche la Russia. In più, il gesto rappresenterebbe un ulteriore avvicinamento tra Mosca e Minsk. Aleksandr Lukashenko, presidente della Bielorussia, si era già detto disponibile a ospitare armi nucleari russe nel paese nel 2021, tant’è che tramite un referendum ha tolto anche gli ostacoli costituzionali che gli avrebbero impedito tale decisione. La possibilità, dunque, era aperta a Putin sin dall’inizio della guerra, ma secondo gli esperti del think tank statunitense Institute for the Study of War (Isw), il presidente russo avrebbe aspettato apposta ‘il momento giusto’ per strumentalizzare l’annuncio.
Il messaggio tra le righe
Il Cremlino sta vivendo senza dubbi un periodo difficile. Mosca torna spesso a parlare della minaccia atomica quando le operazioni militari sul fronte non vanno esattamente secondo i piani, osserva la Cnn, ma questo non è l’unico motivo per cui l’argomento è saltato fuori proprio ora. In primis, il vertice con il leader cinese Xi Jinping a Mosca la settimana scorsa, a parte diversi nuovi accordi commerciali, non ha portato grandi risultati. Da non trascurare il mandato d’arresto internazionale per Putin, emesso dalla Corte penale internazionale. E poi i conflitti interni. L’audio circolato oggi di una presunta conversazione telefonica tra un miliardario russo e un produttore musicale (in si dice che "Putin ha seppellito la Russia") è l’ennesimo segnale che quel consenso unanime sulla guerra non c’è più (e forse non c’è mai stato).
Tuttavia, il motivo ufficiale della decisione è il fatto che il Regno Unito ha dichiarato di voler mandare proiettili all’uranio impoverito a Kiev. Mossa che, secondo Putin, rappresenta un’escalation pericolosa della guerra, anche se queste munizioni sono convenzionali e non possono essere considerate armi nucleari affatto. L’Isw sostiene che l’obiettivo della retorica del presidente russo, in ultima analisi, sia di scoraggiare le forze ucraine e convincere gli alleati occidentali dell’inutilità delle forniture di armi in vista di una nuova controffensiva di Kiev.
"Per ora solo retorica"
L’Occidente monitora con cautela l’evolversi della situazione, ma finora "non vi è nessuna ragione per cui dovremmo aggiustare la nostra posizione nucleare strategica". Lo ha detto una portavoce del Consiglio di sicurezza statunitense, Adrienne Watson, citata dalla Cnn. "Non vi sono indicazioni che la Russia stia preparando un’arma nucleare", ha aggiunto. Anche per la Germania al momento si tratta di "notizie basate su un'intervista, che per ora restano retorica. Seguiremo gli sviluppi della situazione per vedere se alle parole seguiranno fatti e in quel caso reagiremo", ha affermato una portavoce del ministero degli Esteri tedesca. In ogni caso, il Cremlino ha ribadito che la reazione della Nato "non influenzerà la decisione". Secondo il segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev, la "Russia è paziente e non intimidisce nessuno con il suo vantaggio militare. Tuttavia, possiede armi avanzate e uniche in grado di distruggere qualsiasi nemico, compresi gli Stati Uniti, in caso di minaccia alla sua esistenza". Affermazione che secondo l’Isw è pura propaganda. "I tentativi di Mosca di resuscitare l’immagine dell’industria militare dell’era sovietica non riflettono la realtà attuale, né l’equilibrio di potere odierno tra la Russia e l’Occidente", sostengono gli esperti. Ma, che la minaccia sia seria o no, una cosa è certa: trasferire armi nucleari tattiche in Bielorussia significa avvicinarle non solo all’Ucraina, ma anche a Polonia, Lituania, Lettonia, e a tutti gli alleati della Nato, alzando necessariamente il livello di allerta in Europa.