Roma, 24 luglio 2024 – La Cina si sta rivelando sempre di più un protagonista di rilievo nella questione Russia-Ucraina. Nella giornata di mercoledì 24 luglio, infatti, si è svolto proprio in territorio cinese l’incontro tra il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, e il suo omologo ucraino, Dmytro Kuleba. Momento significativo, poiché si tratta della prima volta in cui il governo cinese accoglie un rappresentante dell’Ucraina dallo scoppio dei conflitti del febbraio 2022. Sempre di oggi la notizia, riportata per prima dall’agenzia giapponese Nikkei, secondo la quale alcune aziende cinesi hanno esportato in Bielorussia pezzi di precisione utilizzati nella fabbricazione di armi russe. Tutto ciò è avvenuto nonostante le rassicurazioni da parte della Cina di non vendere armi direttamente all’esercito russo.
La vicenda
Nel diffondere la notizia, Nikkei conferma di essersi basata su documenti ottenuti dagli oppositori bielorussi del movimento BelPol. Quest’ultimo avrebbe, infatti, ricevuto contratti, ricevute di pagamento e altre informazioni utili su transazioni tra società bielorusse e cinesi. Stando ai documenti in questione la società cinese Green Cycle Energy, di sede a Shenzen, ha ricevuto un ordine da parte della società bielorussa di difesa BelOMO Holding riguardante ben 3mila componenti di un modulo destinato alla guida laser di bombe e missili.
La stessa BelOMO era stata sanzionata nel dicembre scorso dal dipartimento del Tesoro Usa. Il motivo? Avere fornito armi all’esercito russo. Tuttavia, questo ha permesso in ogni modo alla Green Cycle Energy di vendere componenti alla Holding tramite un accordo stipulato lo scorso 16 febbraio dal valore di 5,56 milioni di Yuan.
Green Cycle Energy non è, però, l’unica società cinese ad avere ceduto componenti ai bielorussi. Morotack Technology, produttore cinese di pezzi di ricambio, ha venduto il 1° febbraio ben 200 componenti sensibili a Diaproektor. Si tratta, quest’ultima, di un’azienda filiale di BelOMO fornitrice della società di difesa bielorussa Peleng, colpita da sanzioni statunitensi e britanniche per avere ceduto mirini per carri armati Sosna-U all’esercito russo.