Mercoledì 25 Dicembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Ariston, Putin nazionalizza la filiale russa: il controllo trasferito a Gazprom. Il gruppo: “Non ci hanno avvisato, attendiamo spiegazioni”

Il presidente russo ieri a sorpresa ha firmato il decreto per il trasferimento temporaneo della filiale della società italiana e della filiale della tedesca Bosch. Tajani ha convocato l’ambasciatore di Mosca e Urso ha chiamato Merloni: governo pronto a tutelare l’azienda in tutte le sedi

Putin trasferisce Ariston Russia a Gazprom

Roma, 27 aprile 2024 - Il governo italiano chiederà chiarimenti a Mosca sulla vicenda della nazionalizzazione dell'Ariston. Antonio Tajani, ministro degli Esteri, su X ha assicurato: "Ho dato mandato al Segretario generale della Farnesina di convocare l'ambasciatore della Federazione russa in Italia. Il Governo chiede chiarimenti sulla vicenda della nazionalizzazione dell'Ariston Thermo Group. Al lavoro anche con Bruxelles, in raccordo con la Germania" (E' stata nazionalizzata anche la tedesca Bosh, ndr).

Putin passa a Gazprom l’Ariston russa

Ieri a sorpresa il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto per il trasferimento temporaneo delle sussidiarie russe di Ariston e Bosch alla locale Gazprom Domestic Systems, società produttrice di elettrodomestici del gruppo statale Gazprom.

Lo scorso anno Danone e Carlsberg 

I motivi che hanno spinto Putin a trasferire a Gazprom la Ariston Thermo Rus LLC e la BSH Household Appliances LLC, non sono noti. Già l'anno scorso lo zar aveva trasferito temporaneamente la gestione delle filiali russe di Danone e di Carlsberg alla Rosimushchestvo, l'Agenzia federale per la gestione delle proprietà, attraverso il controllo delle azioni. In quella occasione Mosca aveva anticipato le intenzioni della Danone che aveva annunciato l'intenzione di uscire dal mercato russo. Mentre per Ariston e Bosch il provvedimento non è chiaro, e la gestione è stata trasferita direttamente ad un altro gruppo industriale, anche se controllato dal governo.

Nota ufficiale dell'Ariston: "Non ci hanno avvisato"

Il gruppo Ariston ha diffuso una nota su quanto accaduto: "In attesa di spiegazioni sull'inatteso provvedimento, ne stiamo valutando le implicazioni, anche dal punto di vista della governance e della gestione. Il Gruppo Ariston, attivo industrialmente nella Federazione Russa da quasi 20 anni con rapporti molto corretti con le istituzioni locali, non è stato informato preventivamente del Decreto ed è estremamente sorpreso da questa iniziativa".

Urso chiama Merloni

Anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, si sta interessando al caso e in merito ha sentito al telefono Paolo Merloni, presidente di Ariston. Urso ha garantito la disponibilità del governo a tutelare l'azienda in ogni sede, rende noto il Mimit. Inoltre alle 14.30 il ministro incontrerà a Pescara Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche, regione che nell'area di Fabriano ospita la sede centrale della multinazionale italiana.

Stabilimento Ariston in Russia dal 2005

Lo stabilimento di Vsevolozhsk, a 20 km da San Pietroburgo, è stato inaugurato nel 2005 e si estende per 64 mila mq, fa sapere l'azienda. Sono impiegati 200 dipendenti, tra diretti e indiretti, più altri 100 che lavorano nella rete commerciale. Nell'impianto vengono prodotti scalda acqua elettrici per il mercato russo. Dall'inizio della guerra, e delle sanzioni, sono bloccati gli investimenti e la filiale continua ad operare in modo ordinario. Ariston Group ha chiuso il 2023 con ricavi per 3,1 miliardi, di cui il fatturato dello stabilimento di Vsevolozhsk si aggira sul 3% del totale.

Ue: "Disprezzo della Russia per le leggi internazionali"

Il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), istituito per rendere più coerente ed efficace la politica estera di Bruxelles e rafforzare l'influenza dell'Europa sulla scena mondiale ha commentato la nazionalizzazioni di Ariston e Bosh: "Queste misure, che prendono di mira legittime attività economiche, sono un'altra prova del disprezzo della Russia delle leggi e regole internazionali". E sottolineando che Mosca "continua a prendere misure contro le società Ue che operano nel Paese", concludendo: "L'Unione Europea chiede alla Russia di revoca queste misure e cercare soluzioni accettabili con le aziende europee", Mosca "si conferma un attore imprevedibile anche in campo economico".