Roma, 3 marzo 2023 - Torna l'allarme per l'ameba mangia cervello negli Stati Uniti, dopo che un uomo infettato è morto in Florida. La Naegleria fowleri, con il suo nome scientifico, non è sconosciuta negli Usa: nel 2020 spuntò nell'acqua di rubinetto in Texas, mentre lo stesso anno un ragazzino morì in Florida dopo essersi infettato in un lago. Tuttavia, il Center for Disease Control and Prevention (Cdc) statunitense definisce la malattia causata dal microbo rara, in quanto nell'ultimo decennio sono stati segnalati solo 0-5 casi all'anno nel paese. In ogni caso, l'infezione non è da prendere alla leggera. La malattia ha un andamento rapido, e se non viene diagnosticata e curata velocemente conduce alla morte nell'arco di una settimana. Il tasso di mortalità è oltre il 97%: solo 4 su 154 infettati tra il 1962 e il 2021 sono sopravvissuti negli Stati Uniti.
Dove vive l'ameba mangia cervello
La Naegleria fowleri è un protista che vive in tutto il mondo, ma predilige ambienti di acqua dolce e calda. Infatti, le infezioni di solito si verificano quando fa caldo per periodi prolungati, spiega il Cdc. Laghi e stagni rappresentano l'ambiente perfetto, ma questo microbo mortale si trova anche nelle acque termali, piscine, e potenzialmente anche nell'acqua di rubinetto.
Infezione e sintomi
Se l'acqua contaminata raggiunge le cavità nasali - come è successo anche nel caso dell'uomo morto in Florida - l'ameba mangia cervello riesce a risalire lungo le fibre del nervo olfattivo fino ad arrivare al cervello. Infatti, ha preso il soprannome 'mangia cervello' perché il microbo si nutre del tessuto nervoso cerebrale, causando gonfiore cerebrale, e di conseguenza morte. Cefalea, febbre, nausea, vomito sono tutti sintomi iniziali, poi dopo un paio di giorni possono manifestarsi torcicollo, disturbi di attenzione, convulsioni, allucinazioni, persino coma.
Ameba mangia cervello in Italia
In Italia c'è un solo caso riportato di morte per Naegleria fowleri, ad Este nel 2004. Un bambino di 9 anni la contrasse dopo aver nuotato in un laghetto che prendeva acqua dal Po, in un'estate particolarmente calda.