Brasilia, 1 marzo 2018 - Amazzonia ancora più a rischio. L'ultimo grande 'polmone' della Terra sarà sempre meno preservata per colpa delle ultime decisioni della Corte Suprema del Brasile. I togati dell'Alta Corte hanno tirato un duro colpo a anni di lotte degli ambientalisti portando cambiamenti alla legislazione che protegge la foresta pluviale tropicale del sudamerica.
In un articolo la Bbc denuncia l'incredibile amnistia, nella revisione della legge, per i proprietari terrieri che hanno tagliato gli alberi illegalmente, consentendo così l'aumento delle zone coltivabili.
La legge in vigore dal 1965 in Brasile imponeva ai proprietari terrieri la preservazione del territorio, senza coltivarlo, in una percentuale che variava dal 20% all'80% a seconda dell'area.
Vincoli abbattuti dalla decisione della Corte Suprema, che con nuove norme ha ridotto la quantità di terra da preservare a 290.000 km quadrati, cioè grande circa come l'Italia. Via anche le multe per coloro che hanno rimosso gli alberi illegalmente prima del 2008, dando così agli agricoltori la possibilità di coltivare la terra più vicina alle cime delle colline e alle rive del fiume: il divieto infatti risparmiava quei terreni particolarmente sensibili all'erosione, se gli alberi vengono abbattuti.
La potente lobby degli agricoltori brasiliani appoggia le nuove leggi sostenendo che permettono la crescita dell'economia, e quindi di tutto il Brasile. Gli ambientalisti invece accusano norme che premiano chi ha deforestato in passato, e continuerà a farlo in futuro ancora impunito.