Perugia, 24 luglio 2019 - Gli ultimi risparmi dice di averli spesi per tornare in Italia per la prima volta dopo l’assoluzione dal delitto di Meredith per prendere parte al Festival della giustizia. Che, in realtà, le ha rimborsato il viaggio. E adesso Amanda Knox non rinuncia a far parlare di sé annunciando una raccolta fondi online. Ma stavolta non per chiedere aiuto dopo l’arresto, come accadde nel 2007, piuttosto per organizzare la festa di matrimonio con il fidanzato Christopher Robinson. Del resto la Knox, dopo l’assoluzione è diventata imprenditrice di se stessa, fino a trasformarsi in una macchina da soldi. Forte della notorietà derivata dal processo per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, nel quale è stata condannata per due volte e infine assolta defintivamente, la Knox aveva già incassato qualcosa come 2milioni e 300mila dollari dal libro Waiting to be heard (anche se inizialmente si parlò di un contratto da 4 milioni), sulla sua storia giudiziaria.
Non certo spiccioli, che però Amanda avrebbe finito in poco tempo. Chissà come. I genitori Edda e Kurt avevano già sborsato qualcosa come 500mila euro per saldare le spese legali, comprensive di consulenze. All’epoca spiegarono di essersi dovuti anche impegnare la casa. Una raccolta fondi per la difesa partì dopo l’arresto. Furono iniziative spontanee oltreoceano dove la Knox ha sempre goduto di molte simpatie. Impossibile quantificare quanto riuscì a guadagnare. Adesso il crowdfunding è per fare festa. Come la stessa americana twitta, rispondendo a quanti l’hanno attaccata sui social con commenti velenosi. «Sapete cos’è oltraggioso? Che a qualcuno interessi di più il nostro matrimonio invece del fatto che persone innocenti siano in prigione da decenni... – scrive la Knox – Il nostro matrimonio sarà pazzesco». Servono circa 10mila euro, spiegano i futuri sposi nella pagina www.knoxrobinson.com. E raccontano anche le ragioni della colletta: «Non ci aspettavamo di pianificare le nozze e il primo viaggio di ritorno in Italia di Amanda allo stesso tempo. Ma quando l’Italy Innocence Project ha invitato Amanda non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione. Abbiamo speso i nostri fondi per il matrimonio in questo viaggio importante» afferma la coppia. A giugno l’americana è intervenuta al Festival di Modena lanciando accuse verso i media e contro la giustizia italiana. In realtà l’organizzazione dell’evento ha confermato di aver rimborsato a lei, come a tutti gli altri relatori, il biglietto aereo in seconda classe di andata e ritorno dagli Usa (ma non per il fidanzato Chris e la mamma Edda che la accompagnarono), il soggiorno in un albergo a tre stelle e i pasti.
Da Modena però Amanda & co. raggiunsero Nizza per qualche una vacanza. E adesso batte cassa: «Ci serve – scrivono – un po’ di aiuto per organizzare la migliore festa di sempre!». Alla fine i quattro anni dietro le sbarre non le sono valsi alcun risarcimento ma tra il libro e i cachet da ottomila euro – come polemizzarono i tabloid britannici – per raccontare agli studenti la sua storia nera Amanda cassa l’ha fatta.