Valencia, 30 ottobre 2024 – Immagini mai viste a Valencia e forse nel resto d’Europa. Il ciclone atlantico (Dana), che ieri si è abbattuto sulla Spagna, ha scatenato piogge torrenziali: in poche ore si è riversato al suolo un quantitativo di acqua pari a quello che in media cade in un anno. Foto e video che arrivano dal sud est della penisola iberica mostrano strade e intere città inondate dalla piena dei fiumi. Decine e decine i morti, alcuni “intrappolati come topi” – espressione usata dal sindaco di uno dei centri più colpiti, Utiel, vicino Valencia. C’è un’immagine emblematica di questa alluvione, scattata nella cittadina di Alfafar, 20mila abitanti nella Comunità autonoma Valenciana, all’indomani del disastro.
E’ una via intasata dalle macchine, accatastate l’una sull’altra, trascinate e spinte dall’onda che non ha risparmiato niente.
Ma sono tantissime le scene di auto rovesciate o diventate improvvisamente canotti galleggianti, c’è chi è salito sui tettini per salvarsi, chi assiste inerme dai balconi. Immagini simili a Paiporta. “Mia figlia ha perso entrambe le auto – si lamenta una donna via X – indispensabili per andare a lavorare”. Già, chi non ha perso un parente, ha perso un mezzo per vivere.
El Pais raccoglie la testimonianza di una sopravvissuta di Algemesí: “E’ stato uno tsunami. Ho preso tutto quello che potevo, le macchine erano come barche e l'acqua è entrata nel nostro garage come una cascata. Tutto galleggiava per le strade”.
Il giorno dopo la gente spala dove può detriti e fango che bloccano gli accessi delle case, altrove le persone camminano nell’acqua fino alla vita. Sullo sfondo ancora cumuli di auto impilate le une sulle altre ricordano che anche per chi si è salvato il ritorno alla normalità sarà faticosissimo.