Giovedì 12 Settembre 2024

Alleato dei terroristi. L’Iran dietro il raid: "Vuole minare l’accordo tra Tel Aviv e Riad"

Teheran dichiara apertamente il sostegno ad Hamas e Jihad Islamica. L’analista: "Promuoverà attacchi dai Hezbollah per destabilizzare l’area".

Alleato dei terroristi. L’Iran dietro il raid: "Vuole minare l’accordo tra Tel Aviv e Riad"

Alleato dei terroristi. L’Iran dietro il raid: "Vuole minare l’accordo tra Tel Aviv e Riad"

ROMA

"Non abbiamo prove che dietro l’attacco ci sia l’Iran" ha detto ieri alla Cnn il segretario di Stato americano Anthony Blinken. È una dichiarazione molto politically correct. Ma la realtà è ben diversa ed è confermata dagli stessi protagonisti, a Gaza come a Teheran: dietro Hamas c’è il regime degli ayatollah. Che ha forniti armi e intelligence.

"Hamas – ha detto il suo portavoce Ghazi Hamad in una intervsta alla Bbc – ha ricevuto nell’attacco ad Israele il diretto sostegno dell’Iran, nostro alleato chiave, e questo è motivo di orgoglio. Ogni giorno gli israeliano costruiscono insediamenti, si impadroniscono delle nostre terre, uccidono la nostra gente. Attraverso mediatori, egiziani e qatarioti e delle Nazioni Unite abbiamo detto loro di fermarsi, ma non hanno ascoltato nessuno. E così, con l’aiuto dei nostri amici iraniani, abbiamo dato loro una lezione memorabile". Più chiaro di così.

Da Teheran arrivano conferme al massimo livello. Ieri il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha telefonato ai leader di Hamas (e Ismahil Hanyeh ha confermato) e Jihad Islamica. "L’Iran – ha detto loro, secondo i media di regime iraniani – sostiene l’autodifesa della nazione palestinese dal regime sionista e dai suoi sostenitori, che devono essere ritenuti i veri responsabili di quello che sta accadendo, mentre i governi islamici dovrebbero unirsi alla comunità musulmana nel sostenere la nazione palestinse, chiudendo ogni contatto con Israele".

Perché il motivo vero di questo attacco su larga scala contro Israele è fermare an ogni costo la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele, che allargherebbe del Medio Oriente l’area “pacificata“ con gli accordi di Abramo. Ipotesi del resto non esclusa affatto da Blinken, che ha ammesso: "Lo scopo di Hamas potrebbe essere quello di interrompere la potenziale normalizzazione delle relazioni tra israele e Arabia Saudita". Già.

"È un fatto – osserva il professor Pejman Abdolmohammadi, docente di relazioni internazionali del Medio Oriente alla Scuola di Studi Internazionali all’Università di Trento – che c’è un sostegno iraniano ad Hamas, la conessione è chiara ed evidente. I leader di Hamas erano andati a omaggiare Raisi giusto due mesi fa, lavorano per procura. E anche gli Stati Uniti, diciamolo, hanno le loro responsabilità, penso ai 6 miliardi di dollari di fondi iraniani che sono stati scongelati nei giorni scorsi dall’amministrazione Biden per ottenere la liberazione di cinque iraniano-americani. Dove andrano quei soldi? A finanziare il terrorismo all’estero tramite i Hezbollah in Libano, Hamas a Gaza, gli Houti in Yemen".

"L’accordo di Abramo promosso da Trump – prosegue Pejman Abdolmohammadi, che è di origine iraniana – è stato molto importante, e la possibilità che si normalizzino le relazioni anche con l’Arabia Saudita costituisce una minaccia per l’Islam radicale perchè porterebbe alla stabilizzazione del Medio Oriente. Questo non piace ai palestinesi e ad alcuni attori regionali, Iran e Qatar in primis, ma anche alla Cina. La repubblica islamica dell’Iran ha nell’Arabia Saudita un grande nemico e opererà in ogni modo per bloccare l’intesa. Adesso lo fa con il sostegno all’attacco di Hamas ad Israele, ma probabilmente promuoverà anche attacchi di Hezbollah contro Israele, per indebolirne il governo di Tel Aviv, impegnarlo in una guerra su due fronti e fatalmente allontanarlo dagli Stati moderati arabi". "Se l’Arabia Saudita fosse intelligente e non si facesse condizionare dal vittimismo palestinese – chiosa – andrebbe avanti nell’accordo con Israele: non cadrebbe nella trappola. Ma la probabilità non è alta".

Alessandro Farruggia