Martedì 16 Luglio 2024

Alfie Evans è morto. Il Papa: "Profondamente toccato"

L'annuncio dei genitori su facebook: "Il gladiatore ha posato lo scudo e ha spiccato il volo"

Manifestanti davanti all'ospedale di Liverpool (LaPresse)

Manifestanti davanti all'ospedale di Liverpool (LaPresse)

Londra, 27 aprile 2018 - Il piccolo Alfie ha spiccato il volo. Alfie Evans, il bimbo di 23 mesi affetto una grave malattia neurodegenerativa, finito al centro di una disputa tra i suoi genitori e la giustizia inglese, è morto stanotte intorno alle 2,30 (le 3,30 in Italia). La notizia arriva direttamente dai genitori Tom e Kate Evans con un post su Facebook. "Il mio gladiatore ha posato lo scudo e ha spiccato il volo alle 2.30", ha scritto il padre, Tom dicendosi "completamente distrutto". "Ti amo, ragazzo mio", ha aggiunto, mentre la mamma Kate ha scritto: "I nostri cuori sono spezzati. Grazie a tutti per il sostegno". Poche ore prima,sempre su facebook, la zia Sarah Evans aveva fatto un accorato appello invitando a madare "preghiere" e "100 profondi respiri".

Il piccolo era ricoverato all'Alder Hey Children's Hospital e i genitori stavano trattando per riportare il figlio a casa visto che da lunedì scorso non era attaccato alle macchine per tenerlo in vita. Giovedì sera il padre aveva annunciato di considerare conclusa la sua battaglia chiedendo ai medici di dare l’autorizzazione a riportarlo a casa. Tom Evans aveva letto una dichiarazione in cui prometteva di voler “formare una relazione” e “costruire un ponte” con l’ospedale, chiedendo ai dimostranti che da giorni protestano di fronte alla clinica di tornare a casa. Il padre aveva ringraziato per il sostegno l’Italia e la Polonia riconoscendo nel contempo “la dignità e la professionalità” dei medici dell’ospedale pediatrico di Liverpool, che per oltre un anno hanno assistito il bambino affetto da una grave malattia degenerativa. Dopo di che, aveva comunicato che non avrebbe più rilasciato dichiarazioni o interviste. Sino all’annuncio su Facebook giunto sabato mattina, attorno alle sette.

LA STORIA - Il piccolo Alfie nasce a Liverpool nel maggio 2016. Il bambino, dopo i primi mesi di vita, sembra debole e viene sottoposto a diverse visite mediche. A dicembre 2016 viene portato d'urgenza all'Alder Hey Hospital a Liverpool dopo aver perso conoscenza, in preda alle convulsioni. Le sue condizioni peggiorano e cade in coma. La diagnosi è terribile: soffre di una malattia neurodegenerativa sconosciuta. Per i genitori inizia un difficile calvario umano e legale. Nell'estate 2017 il padre Tom ancia su Internet 'L'Esercito di Alfie' raccogliendo il sostegno di migliaia di persone. I genitori si rivolgono al dottor Michio Hirano, il neurologo americano che aveva aiutato Charlie Gard, il bambino inglese protagonista di una vicenda simile. Speranze arrivano anche dallo Utah e dall'Italia. A dicembre del 2017 l'ospedale di Liverpool dichiara di aver esaurito tutte le opzioni possibili per Alfie si oppone al desiderio dei genitori di trasferire il piccolo all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma per tentare nuove cure sperimentali. I medici esprimono l'intenzione di appellarsi all'Alta Corte per avere il via libera a staccare il piccolo dalle macchine che lo tengono in vita. A febbraio 2018 il caso finisce in tribunale e il giudice Anthony Hayden dà il via libera al piano di fine vita dei medici, ma i genitori non si danno per vinti e promettono battaglia. La richiesta di trasferire il bimbo in Italia viene ripresentata in diverse sedi - Alta corte, Corte d'appello, Corte suprema e Corte europea per i diritti dell'uomo - ma viene sempre respinta. Tra i ricorsi, prosegue la battaglia legale dei genitori. Il 18 aprile scorso il padre Tom è volato a Roma per incontrare papa Francesco che nelle sue udienze pubbliche ha più volte esortato a pregare per il piccollo. Il 23 aprile il governo italiano gli concede in extremis la cittadinanza, nella speranza che questo porti a un suo trasferimento a Roma. La sera stessa il bimbo viene staccato dalle macchine ma resiste e continua a respirare. Il 24 aprile una nuova udienza dell'Alta Corte nega per l'ultima volta l'ipotesi di portarlo in Italia ma apre al suo ritorno a casa, condizione che non si riesce a realizzare. Il bimbo muore alle 2.30 di notte del 28 aprile.

IL MESSAGGIO DELL'OSPEDALE - “Un viaggio devastante”. Così i medici dell'ospedale Alder Hey di Liverpool definiscono la vicenda del piccolo Alfie in un messaggio di cordoglio per la morte del bambino indirizzato in primo luogo ai genitori, dopo mesi di scontri legali. “Vogliamo esprimere - si legge nella nota – la nostra simpatia e condoglianze dal profondo del cuore alla famiglia di Alfie in questo tempo di estrema angoscia. È stato un viaggio devastante per loro. Ora chiediamo sia rispettata la loro privacy e la privacy dello staff dell'Alder Hey”.

IL BAMBINO GESÙ - “Non più battaglie ma percorsi condivisi” afferma la presidente dell'ospedale romano Bambino di Gesù, Mariella Enoc, esprimendo “grande dolore” per la morte del piccolo Alfie. La presidente si è battuta affinché il bimbo potesse essere trasferito all'ospedale della Santa Sede, possibilità negata dalla giustizia inglese. Ora, sottolinea, “bisogna iniziare una vera riflessione internazionale e mettere insieme scienziati, clinici, famiglie e istituzioni perché non si ripetano più questi scontri e battaglie ideologiche”.

IL TWEET DEL PAPA - Papa Francesco manda u nmessaggio via twitter: "Sono profondamente toccato dalla morte del piccolo Alfie. Oggi prego specialmente per i suoi genitori, mentre Dio Padre lo accoglie nel suo tenero abbraccio".

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