Il Medio Oriente precipita sempre più nella spirale dell’odio. Ieri un camionista giordano, poi identificato come Maher Dhiab Hussein Al Jazi, 39 anni, è giunto dal valico del ponte di Allenby, il solo tra Giordania e Cisgiordania, è sceso e imbracciando un fucile automatico ha preso a sparare contro i civili israeliani che lavorano al valico. I morti sono tre. Yohanan Shchori, 61 anni, padre di sei figli, dell’insediamento di Ma’ale Efraim, in Cisgiordania; l’immigrato russo Yuri Birnbaum, 65 anni, tre figli, di Na’ama, e Adrian Marcelo Podsmeser, 57 anni, di Ariel, che lascia moglie e 4 figli. Pochi secondi dopo il terrorista è stato neutralizzato dalla polizia israeliana di servizio al valico, ma troppo tardi per i tre civili colpiti, per i quali i soccorsi sopo stati inutili: troppo gravi le ferite riportate.
Significativamente, Hamas e Jihad palestinese hanno difeso senza mezzi termini l’attacco terroristico. Hamas ha elogiato l’aggressore giordano definendolo "un eroe" e affermando che "l’attacco è una risposta naturale all’olocausto compiuto dal nemico nazista sionista contro il nostro popolo a Gaza e nella Cisgiordania occupata, e ai suoi piani per la giudaizzazione della moschea di Al Aqsa". Il gruppo terroristico Jihad Islamica Palestinese (Pij) ha elogiato l’attentatore: "L’attentato eroico e altri simili sono l’unica risposta che l’amministrazione americana comprende".
Durissima ovviamente la condanna da parte dello Stato di Israele. "Siamo circondati da un’ideologia assassina guidata dall’asse del male dell’Iran" ha detto ieri mattina in apertura della riunione di gabinetto israeliana il premier Benjamin Netanyahu, che è tornato ad adombrare un possile intervento armato in Libano. Netanyahu, ha infatti detto che "il braccio più forte dell’Iran è Hezbollah in Libano. Ho incaricato l’Idf di prepararsi a cambiare questa situazione. Non possiamo continuare così, e siamo obbligati a riportare in sicurezza tutti i residenti del nord nelle loro case".
L’attacco è altra benzina sul fuoco, che allontana il raggiungimento di un accordo sugli ostaggi e una tregua, anche se Il direttore della Cia William Burns ha detto che "una proposta più dettagliata" per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e un accordo per il rilascio degli ostaggi "saranno presentati nei prossimi giorni". Ma sembra essere il solito schema che poi si blocca sugli opposti veti. I parenti degli ostaggi detenuti da Hamas nella Striscia di Gaza affermano di essere stati informati da uno dei principali negoziatori della squadra israeliana che "un accordo per un cessate il fuoco è improbabile nel prossimo futuro". E infatti il clima diplomatico resta gelido. L’Alto rappresentate Ue Josep Borrell, che ieri è giunto in Egitto e poi sarà in Libano, aveva valutato l’ipotesi di una una visita anche in Israele e in Cisgiordania, ma non se ne è fatto nulla perchè il ministro degli Esteri di Tel Aviv, Israel Katz, ha detto di non essere disponibile.