Tel Aviv, 6 agosto 2017 - Israele vuole chiudere gli uffici di al Jazeera a Gerusalemme e revocare le credenziali dei suoi giornalisti. L'emittente è stata avvisata dal ministro per le comunicazioni Ayub Kara e il provvedimento di revoca riguarda sia i reporter in lingua araba che quelli dei programmi in inglese. Le frizioni più recenti fra il governo di Netanyahu e la rete qatariota si sono avute durante i disordini avvenuti nella Spianata delle Moschee.
IL MINISTRO - In una conferenza stampa il ministro Kara (un dirigente druso del Likud) ha accusato al Jazeera di "fiancheggiare il terrorismo" e ha aggiunto: "Stiamo per adottare alcuni provvedimenti per evidenziare la nostra lotta contro il terrorismo e contro l'Islam estremista, e il nostro sostegno al mondo arabo ragionevole". Ma ha chiarito che per procedere sarà necessario compiere emendamenti alla legge. In termini pratici, ha spiegato Kara, occorrerà chiedere all'Ufficio stampa del governo (Gpo) di revocare le tessere giornalistiche dei giornalisti di al Jazeera che operano in Israele. Occorrerà inoltre rivolgersi alle società che gestiscono le trasmissioni via cavo affinché ne oscurino i programmi. Infine il Ministero per la sicurezza interna dovrà provvedere alla chiusura degli uffici di Gerusalemme. "Siamo giunti alla conclusione - ha detto il ministro - che la sicurezza e la incolumità dei nostri cittadini prevalgono sulla libertà di espressione. La libertà di espressione non può mai essere libertà di incitamento - ha affermato. - Anche la democrazia ha i suoi limiti".
LA REAZIONE DELL'EMITTENTE - Da parte sua al-Jazeera ha assicurato già la settimana scorsa di voler continuare a fornire "una copertura professionistica" della realtà in Israele e prevedibilmente si appellerà contro le misure annunciate dal ministro. La tv satellitare "deplora" la decisione di Israele di chiudere gli uffici dell'emittente nello Stato ebraico e agirà contro tale decisione per le vie legali, ha dichiarato un funzionario del canale d'informazione di Doha. "Al-Jazeera deplora questa azione da parte di uno Stato che si definisce l'unico stato democratico del Medio Oriente e considera pericolosa tale decisione", ha detto il funzionario che ha rifiutato di declineare le proprie generalità. L'emittente, ha aggiunto, "seguirà la vicenda attraverso appropriate procedure legali e giudiziarie".