Roma, 24 febbraio 2025 – Professor Campi, che Germania esce fuori dal voto di ieri?
"Nel complesso mi pare più debole, o comunque non più forte di quella di adesso".
Che governo avremo?
"Vedremo i risultati definitivi. Nel frattempo si possono adombrare due possibilità".
La prima.
"È una grosse koalition a due, Cdu e socialdemocratici. È la grosse koalition classica".
Un usato sicuro.
"Che però rispetto al passato non avrebbe la forza sociale della grosse koalition che abbiamo conosciuto. Certo, in Parlamento la maggioranza ci sarebbe, diciamo che la sfangherebbe, ma per i motivi che ho detto sarebbe più debole. In compenso con i Verdi fuori dal governo Merz avrebbe il vantaggio di non lasciare l’opposizione alle estreme".

La seconda possibilità?
"Una maggioranza a tre: Cdu, socialdemocratici e Verdi".
Meglio o peggio?
"Sarebbe più difficile politicamente da tenere insieme, allungherebbe i tempi della formazione del governo".
Merz per fronteggiare l’AfD ha spostato a destra la propria agenda politica.
"Il punto è questo. Merz ha detto parole chiare sull’immigrazione, e non so quanto socialdemocratici e Verdi le accetteranno".
Scholz era stato più possibilista sul controllo dell’immigrazione clandestina.
"Sì, certo, sono più duttili della sinistra italiana, ma fino a un certo punto. Poi ci sono le questioni di politica militare, l’ambiente. Non sarà una negoziazione facile. Ecco perché parlavo di una Germania più debole".
Per l’Italia e l’Europa è una buona notizia?
"Una Germania forte come l’abbiamo conosciuta in passato non tornerà, e francamente non credo sia una cattiva notizia".
Ma si è sempre detto che per un’Europa forte servono Stati forti, in primis la Germania.
"Quando è accaduto non ha funzionato molto. Quando la Germania pretendeva di fare da sola o al più a due con la Francia finiva per imporre agli altri politiche di rigore che lei per prima non applicava o aggirava. Pensiamo alla questione bancaria. Hanno salvato le loro banche e poi messo i paletti agli altri".
E per la fine della guerra in Ucraina e il confronto con Putin è un bene o un male?
"Una Germania non troppo forte dovrà dialogare con l’Italia, la Spagna, la Polonia... Penso che la cosa migliore sia l’esistenza di un direttorio dove nessuno impone la sua linea".
Il venti per cento a un partito in qualche modo neonazista fa impressione?
"Non serve troppo demonizzare, bisogna piuttosto capire perché certi fenomeni si presentano".
Perché si presentano?
"Sono venuti al pettine nodi che si trascinavano da tempo, primo tra tutti il divario tra ex Germania est e l’ovest, con i giovani dell’est che si credono svantaggiati rispetto ai coetanei dell’ovest. E guarda caso è all’est che l’Afd prende il largo".
Il tonfo dei socialdemocratici la sorprende?
"Non troppo. Sono partiti che nel dopoguerra hanno governato la macchina distributiva dello stato sociale, e non hanno avuto la forza di farsi carico delle paure della popolazione".
Si riferisce all’immigrazione?
"Quello è il grande tema, a ragione o no. E per motivi ideologici o di credo religioso i grandi partiti popolari lo hanno lasciato alle estreme. E adesso ne pagano le conseguenze".