Magdeburgo, 21 dicembre 2024 – Un attentato che giunge a poche settimane da un voto chiave per il futuro del Paese, in una città, Magdeburgo, orgogliosamente attaccata alle sue tradizioni. Negli ultimi anni ha cercato di attuare politiche per attirare giovani professionisti e start-up, anche grazie a opere di riqualificazione urbana e dove la percentuale di musulmani è relativamente bassa, intorno al 4%. All’apparenza, una città dove la vita scorre tranquilla. Eppure, nonostante questo, secondo indiscrezioni provenienti da autorità tedesche, ma la notizia è da confermare, l’attentatore sarebbe un saudita di circa 50 anni.

Una notizia che, se convalidata, è destinata a pesare, e in modo consistente, sulle prossime elezioni per il rinnovo del Bundestag, il Parlamento tedesco, che si terranno il prossimo 23 febbraio. Il partito di estrema destra, Alternative für Deutschland, potrebbe fare il pieno di voti, e proprio nel land che vede Magdeburgo la sua capitale, il Sassonia-Anhalt, la formazione politica è stata dichiarata ‘estremista’ e con ‘obiettivi non costituzionali’. Questo però non le ha impedito di conquistare proprio in questo territorio il 27,5% alle scorse elezioni e di essere intorno al 33% dei consensi secondo i più recenti sondaggi. Una eventuale matrice islamista fungerebbe sicuramente da potente arma elettorale per i neonazisti.
È dal 2004 che l’Europa è protagonista di attentati terroristici, dove purtroppo la matrice islamica è drammaticamente prevalente. In particolare, per la terza volta, i mercatini di Natale tornano a essere la scena del terrore. Era già successo nel 2016 e nel 2018. Il 19 dicembre del 2016 un attentato a Berlino causò la morte di 12 persone e ne ferì altre 56. In quell’occasione, un autoarticolato con targa polacca, ma proveniente dall’Italia si scagliò sulla folla intenta a godersi la magia del periodo natalizio nel quartiere di Charlottenburg, uno dei più lussuosi della capitale tedesca. Pochi giorni dopo, il 23 dicembre, Anis Amri, sospetto attentatore, fu arrestato all’esterno della stazione di Sesto San Giovanni, in seguito a un controllo della polizia.
Appena due anni dopo, l’orrore è tornato a farlo da padrona nel periodo più magico dell’anno a Strasburgo. Questa volta non furono utilizzati veicoli, ma si trattò di una sparatoria. Audrey Mondjehi e Chérif Chekatt spararono all’impazzata sulla folla, uccidendo cinque persone. Fra queste c’era anche il giornalista italiano Antonio Megalizzi, che morì tre giorni dopo l’attentato per le ferite riportate. Il paese che ha pagato il prezzo più alto è la Francia, seguita a ruota dal Belgio, la Gran Bretagna e la Germania. L’ultimo, in ordine temporale, era stato a Londra nel 2019, quando un ‘lupo solitario’, entrato in azione con un coltello in mano e indosso un finto giubbotto esplosivo, ha seminato paura e morte nella zona di London Bridge, prima di essere freddato dalla polizia. Il bilancio fu di due persone uccise e 8 feriti. Una lunga scia di sangue, che spesso ha posto seri interrogativi sull’efficienza degli apparati di intelligence dei Paesi coinvolti.