Istanbul, 1 giugno 2013 - Secondo giorno consecutivo di disordini nel centro di Istanbul (FOTO) per la protesta contro la distruzione del parco Gezi, sulla piazza Taksim (VIDEO SCONTRI ISTANBUL). La polizia è intervenuta con i gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti che chiedono al premier Recep Tayyip Erdogan di fermare la costruzione di un centro commerciale e di una nuova moschea. Secondo alcuni testimoni i reparti antisommossa hanno lanciato anche lacrimogeni dagli elicotteri, mentre i dimostranti sono riusciti a entrare in piazza Taksim e a lanciare sassi contro i blindati della polizia. Dopo il ritiro da piazza Taksim, gli agenti - spiega al Jazira - hanno usato gas lacrimogeni e idranti contro i manifestanti nel quartiere Besiktas per disperdere un gruppo di manifestanti vicino all’ufficio del premier, Recep Tayyip Erdogan. Gli arresti sono 939 in oltre 90 manifestazioni in tutto il Paese nelle ultime 38 ore. Il bilancio è fornito dal ministero dell’Interno.
1000 FERITI, 4 ACCECATI DAI GAS - Il bilancio provvisorio degli scontri è di almeno 1.000 feriti. Lo riferisce l’Associazione dei medici turchi, sottolineando che almeno 4 persone hanno perso la vista dopo essere stati centrati dai candelotti lacrimogeni sparati dagli agenti mentre altri 4 sono curati per fratture al cranio.
DISORDINI AD ANKARA - I disordini si sono estesi anche in altre città della Turchia: ad Ankara in migliaia hanno marciato per il centro tentando di raggiungere il Parlamento. Nel centrale quartiere di Kizilay centinaia di persone hanno lanciato pietre contro la polizia, mentre un elicottero sparava candelotti di gas lacrimogeno sulla folla. La polizia ha anche fatto ricorso a bastoni elettrificati, che colpiscono con scariche anche di 40.000 volt le persone, stordendole.
INTERNET RALLENTATO - Diversi utenti lamentano su Twitter che l'accesso alla rete è molto rallentato e che il principale provider turco TTNET impedisce l'accesso a Twitter e Facebook. In rete, uno degli hashstag più seguiti per la rivolta è #OccupyGezi
L'APPELLO DEL PRESIDENTE - Il presidente turco Abdullah Gul ha lanciato un appello al "buon senso" e alla "calma", ritenendo che le proteste abbiano raggiunto "un livello preoccupante".
IL PREMIER ERDOGAN - Il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, ha ammesso che possono esserci stati casi di azioni "estreme" delle forze dell’ordine nei confronti della gente che in questi giorni sta dimostrando nel centro di Istanbul. "Sì, è vero - ha detto Erdogan - potrebbero esserci stati degli errori, una risposta un po’ troppo estrema da parte della polizia". E il ministero dell’Interno ha fatto sapere con un comunicato che sarà intrapresa azione legale contro i poliziotti che hanno agito in maniera "eccessiva". Erdogan, in mattinata, aveva dichiarato che la polizia avrebbe continuato a presidiare Piazza Taksim per far rispettare l’ordine. "La polizia c’era ieri ed è in servizio oggi e lo sarà anche domani perché Piazza Taksim non può essere un posto dove gli estremisti fanno quello che vogliono".
LA POLIZIA SI RITIRA - Secondo quanto riportano i media di Stato turchi, la polizia si è ritirata dalla piazza Taksim per permettere ai dimostranti di manifestare. Migliaia di persone sono quindi potute confluire nella piazza, dopo che gli agenti hanno rimosso le barricate che avevano alzato, riporta l’agenzia privata Dogan. L’agenzia Anadolu fa sapere che ci sono stati brevi tafferugli, quando i dimostranti hanno lanciato petardi alla polizia che si ritirava.
NOTTE DI PROTESTE - Venerdì il bilancio degli scontri era stato di un centinaio di feriti e una sessantina di fermati. Nella notte centinaia di manifestanti con le bandiere turche avevano attraversato il ponte sul Bosforo e raggiunto il lato europeo della città nonostante l’uso degli idranti da parte della polizia. Alcuni di loro esibivano lattine di birra, in aperta sfida alle restrizioni notturne sugli alcolici imposte dal filo-islamico Partito della Giustizia e dello sviluppo (Akp) di Erdogan.
IL GEKI PARK - A due passi da piazza Taksim, il Gezi Parki, costruito nel 1940, è circondato da alberghi di lusso. Il progetto approvato dall’amministrazione comunale islamica conservatrice, prevede al suo posto un centro culturale e un centro commerciale oltre al rifacimento di una caserma di epoca ottomana. Da lunedì, quando i bulldozer sono arrivati nel parco, gli istambulioti, frequentatori del parco o ambientalisti, hanno cominciato a montare la guardia, con il sostegno di deputati d’opposizione, ingaggiando scaramucce quotidiane con la forze dell’ordine e definendo i lavori "illegali". Avviate da ecologisti e urbanisti, le manifestazioni si sono a poco a poco trasformate in un movimento contro il governo e i suoi mega progetti a Istanbul, come il terzo ponte Bosforo e il terzo aeroporto internazionale, per non parlare del canale artificiale parallelo allo stretto naturale che taglia in due la città.
Cuore pulsante della città e centro della vita notturna, Piazza Taksim concentra divisioni e veleni non solo per quanto riguarda l’area verde del Gezi Parki. Dopo una lunga battaglia giudiziaria, è ormai certo che nella nuova piazza troverà posto anche una moschea, fortemente voluta dal premier e che ha ricevuto critiche da residenti e urbanisti. La sua presenza, stando ai critici, non avrebbe niente a che vedere con l’identità della zona.
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