Nella Prima Repubblica i poli erano due: democristiani e comunisti. Nella Seconda erano sempre due: centrodestra e centrosinistra. Nella Terza sono diventati tre, con l’aggiunta del M5s. Il risultato sono stati tre governi con tre maggioranze diverse e l’alleanza tra opposti. Adesso sono quattro, ma i sondaggi non attribuiscono a Conte e CalendaRenzi la possibilità d’influire sul risultato elettorale. Il centrodestra e la sinistra sarebbero divisi addirittura da 1820 punti (ultimo Youtrend di ieri) ma all’interno delle coalizioni assistiamo alla polarizzazione dello scontro tra Fratelli d’Italia e Partito democratico, entrambi accreditati di consensi sopra il 20 per cento con Meloni che sfiora il 25.
La foto di Salvini e Meloni sorridenti dopo l'incontro a Messina. "Uniti si vince"
Mussolini, che s’intendeva più di folle che di uomini, diceva che la gente è una p. che va col maschio che vince. La clamorosa variante di queste elezioni è che per la prima volta al posto del maschio c’è una femmina. Alla Meloni viene accreditata (anche dagli avversari) una virtù non frequente in politica come la coerenza. C’è chi la sceglie per questo. Molti agiscono per esclusione e per desiderio di novità: le abbiamo viste tutte, vediamo che sa fare Fratelli d’Italia. La criminalizzazione non sposta un voto e certe campagne si spiegano solo con il desiderio di giornali e tv ‘progressisti’ di mettersi la coscienza a posto. C’è, infine, il fenomeno denunciato da Mussolini: gli inglesi lo chiamano “bandwagon”, la corsa alla banda che passa, che noi traduciamo: salire sul carro del vincitore. Il vostro cronista le ha viste tutte: dai democristiani che nel ’75 si scoprirono la vocazione comunista a chi nel’94 e nel 2001 fece sapere di essere stato sempre missino, anche se la cosa non era nota. Fino a quelli – fino al giorno prima moderatissimi - che furono colpiti dal tuono misericordioso di Beppe Grillo.
Così assistiamo a fenomeni sociopolitici impressionanti: ai cancelli di Mirafiori – cattedrale dei comunisti duri e puri, lì dove negli anni Settanta il Pci doveva badare a trattenere chi era ammaliato dalla sirena brigatista – oggi c’è una ondata a favore della Meloni. Medici ospedalieri scoprono che il loro intero reparto vota per la signora, mentre intere aree geografiche del Mezzogiorno transumano dai 5 Stelle (che qui si avvicinava spesso al 50 per cento) verso Fratelli d’Italia. L’eroico tentativo di Enrico Letta è di uscire all’arma bianca dalle trincee dei centri storici benestanti e mantenere qualche nucleo forte nelle aree popolari. Il regalo migliore alla Meloni (l’unica che lo voleva sul serio al Quirinale) l’ha fatto comunque Mario Draghi: qualunque governo arriverà, potrà proseguire tranquillamente sulla strada che ho tracciato io.