Barzago (Lecco) - E' l'ultimo dei Mohicani degli operai eletti in Parlamento. E' Tino Magni, 75 anni, di Barzago, nel cuore della Brianza lecchese, un tempo feudo dei leghisti, ora diventata roccaforte di Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia con il 35% dei voti. E' stato eletto in Senato per il centrosinistra tra le fila di Alleanza Verdi e Sinistra, però non nella sua Brianza, ma nel collegio plurinominale Lombardia 2 di Milano che riunisce anche le province di Lodi e Pavia. Il suo posto in realtà spettava alla capolista Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il 31enne romano ucciso il 22 ottobre 2009 mentre era in custodia cautelare: lei però è stata eletta pure all'uninominale di Firenze e quindi gli ha passato il testimone. Il neosenatore della Repubblica è cresciuto a fabbrica, sindacato e politica. La sua scuola è stata il lavoro, perché a 12 anni ha scelto di abbandonare lo studio per aiutare sua mamma rimasta vedova. “Sono orgoglioso delle mie origini di famiglia operaia – racconta -. Mia madre tessitrice e casalinga, mio padre al lavoro in una fonderia di Sesto San Giovanni. Alla scomparsa di mio padre nel 1959 ho assunto una decisione che sarebbe stata carica di conseguenze per il mio futuro: io e mia sorella che aveva 15 anni abbiamo lasciato la scuola, sebbene all’epoca non c’era l’obbligo di conseguire il diploma di scuola media inferiore e siamo andati a lavorare”. Prima garzone da un fabbro, poi in una piccola officina metalmeccanica. A 14 anni, nel 1961, col libretto di lavoro in mano, l'assunzione in una fabbrica tessile del suo paese, poi, per migliorare lo stipendio, la tuta blu in una fabbrica della vicina Cassago Brianza. “Ci sono rimasto 15 anni. Ho imparato il mestiere di saldatore frequentando anche una scuola professionale, che mi ha consentito di diventare operaio specializzato”.
Nel 1967 la svolta, probabilmente decisiva. “Ho incontrato il movimento sindacale. Mi sono iscritto alla Fiom Cgil e ho cominciato a partecipare attivamente alle lotte operaie di quegli anni. E' stato un periodo di grande fermento per la costruzione del Sindacato Unitario Metalmeccanici, l'Fml”. Nel 1967 è stato lui a costituire nella piccola azienda di 25 dipendenti dove era assunto il primo sindacato interno. Non si è fermato al sindacato di fabbrica: l'1 gennaio 1976 è diventato funzionario a tempo pieno della Fiom di Lecco; nel ’78 entra in segreteria provinciale come responsabili organizzativo per tutte le grandi fabbriche della città, come, Fiocchi, Sae, Badoni e Beretta; al successivo congresso del 1981 diventa segretario generale della Fiom Cgil lecchese; quattro anni dopo entra nella segreteria regionale della Lombardia, sempre come segretario organizzativo; nel settembre del 1994 l'elezione pressoché all’unanimità a segretario generale della Fiom lombarda; nel '98 la riconferma; nel 2022 la segreteria nazionale come segretario organizzativo della Fiom Cgil fino al settembre 2005. Per concludere è stato anche nella segreteria della Cgil Lombardia.
E poi la politica, "In modo del tutto volontario e gratuito do la mia disponibilità per un impegno politico in Sinistra Democratica - tacconta Magni - mi viene affidato il coordinamento per la Regione Lombardia, poi per le nascenti formazioni di Sinistra Ecologia e Libertà e Sinistra Italiana. Nel gennaio del 2021 il congresso di Sinistra Italiana mi conferma nel ruolo di Segretario Organizzativo nazionale. Non ho mai smesso di occuparmi di solidarietà internazionale. Ma prima c'erano state altre esperienze e militanze, naturalmente, a partire da quella con il Partito comunista: “Mi sono iscritto al Pci nel 1973 e ho fondata la sezione di Barzago nell’anno successivo. Sono stato anche consigliere comunale nel mio comune”. A seguire Sinistra democratica, Sinistra Ecologia e Libertà, Sinistra italiana, di cui è segretario organizzativo dal 2021. Era già stato candidato per Palazzo Madama nel 2013 e poi nel 2018. “Da oltre un quarto di secolo, dopo lo scoppio della guerra nei Balcani, partecipo attivamente al progetto Mir Sada, portando aiuti umanitari nei campi profughi prima in Albania, Kosovo, Slovenia e Bosnia oggi nei campi profughi di Sid e Velika Kladusa sulla cosidetta Rotta Balcanica – aggiunge - .In particolare ho conosciuto la realtà di Kragujevac, Serbia una città 140 chilometri a sud di Belgrado, con cui si è creata una lunga amicizia. È nato così il progetto Adotta un bambino”. Perché, spiega, “Una vita spesa per i lavoratori e per gli ultimi nella scala sociale non la mandi in soffitta da un giorno all’altro, nemmeno, per quanto mi riguarda, può essere surrogata dalla cura dell’orto di casa.”
Ora la nuova esperienza nei palazzi del potere, unico metalmeccanico e tra gli ultimi portabandiera della sinistra italiana e degli operai di fabbrica. “Raggiungere questo traguardo è per me grande motivo di orgoglio – commenta Tino Magni –. Ringrazio tutti quelli che hanno votato Alleanza Verdi Sinistra nel mio collegio e coloro che sono stati al mio fianco in questi mesi. Al Senato cercherò di occuparmi di ciò che più mi sta a cuore: il lavoro, il futuro dei giovani e la lotta per i diritti”. Nonostante non sia stato eletto a in provincia di Lecco, non si dimenticherà della sua terra, dove è nato, ha lavorato, si è impegnato e abita con la sua Rita, anche lei operai metalmeccanica, con cui è sposato nel 1976 e con cui forse sperava di godersi la pensione. "Sono stato eletto nel collegio di Milano e risponderò ai bisogni di quei territori, ma il rapporto con Lecco è per me un fatto naturale".