"Costa di più non fare il ponte sullo stretto che farlo. Nel corso di questi cinque anni far partire il cantiere è uno dei miei obiettivi e creerebbe oltre 100mila posti di lavoro". Lo ha dichiarato durante una registrazione di Porta a Porta, che andrà in onda questa sera (lunedì 24 ottobre), il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili, Matteo Salvini. "Il trasbordo via traghetto, oltre a inquinamento e perdita di tempo, in un anno costa a siciliani e calabresi più del ponte», ha spiegato, sottolineando che "il ponte è solo una parte, perché servono anche l'alta velocità in Sicilia e la Salerno-Reggio Calabria".
Salvini ha parlato a tutto campo, insistendo in particolare sui temi cari al Carroccio. A partire da immigrazione e sicurezza. "Nel primo Consiglio dei ministri ho scambiato qualche parola con il ministro Piantedosi (Interno, ndr) e il ministro Tajani (Esteri, ndr)- ha detto - il ragionamento è salvare vite, prima di tutto, ma non e' possibile che le navi di tutto il mondo arrivino unicamente in Italia. Torneremo a essere un Paese che fa rispettare i suoi confini. Se c'è una nave norvegese si chiama il governo di Oslo, se c'è una nave tedesca si chiama Berlino. Insomma, torneremo a ragionare di ricollocamenti. Con 5,5 milioni di italiani sotto la soglia di povertà non penso che possiamo permettere di promettere tutto a tutti". A occuparsi dei porti sarà direttamente lui, assicura Salvini. "Il ministero del Mare toglierà i porti alle Infrastrutture? Assolutamente no", ha risposto. Non è un caso, a tale proposito, che il primo incontro ufficiale al Mit sia stato con il comandate della Guardia costiera.
Per quanto riguarda i temi economici, Salvini ha detto che "come Lega proponiamo una grande operazione di pace fiscale per recuperare risorse da reinvestire in imprese e famiglie che non riescono a pagare le bollette, e recuperare risorse anche da una revisione del reddito di cittadinanza". Centrale il superamento della legge Fornero, battaglia cara al leader della Lega, "Stiamo studiando diversi modelli - ha spiegato - come Lega stiamo simulando l'avvio di quota 41 con 61 o 62 anni di età, senza penalizzazioni e un altro meccanismo che permetta, penso soprattutto ai medici, nel pubblico impiego, di continuare a lavorare pur avendo raggiunto l'età pensionabile, anche con una maggiorazione. L'importante è che non ci sia il 66 o 67 davanti".