Giovedì 21 Novembre 2024
MARTA OTTAVIANI
Elezioni

Ombre russe sulle elezioni europee 2024, Mosca lancia Pravda: una rete di fake news con l’Italia al centro

Centinaia di notizie su una serie di siti satellite, tradotte in tutte le lingue. I profili falsi sui social di tutta Europa rilanciano i contenuti per disinformare

Roma, 8 giugno 2024 – Oggi si vota e l’Unione europea è sotto attacco della disinformazione russa che, secondo molti think tank, ha potenziato la sua portata di azione negli ultimi mesi proprio per influenzare il più possibile la consultazione elettorale. A dirlo è lo European Digital Media Observatory, un centro di ricerche nato a Bruxelles e che agisce sotto il cappello della Commissione europea, proprio per combattere le fake news sull’Unione.

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In occasione delle elezioni europee, Mosca ha organizzato un network nuovo, con un nome quanto mai evocativo: Pravda, ossia verità, che poi era anche il nome del principale organo di informazione durante l’Unione Sovietica. A fine maggio sono comparsi siti della Pravda in tutte le lingue parlate in Unione europea. Tutte le varie versioni di questo indirizzo web sono pertinenti a un unico dominio registrato a Mosca il 23 maggio 2024 e che scadrà il 23 maggio dell’anno successivo.

I contenuti sono caratterizzati dalla massiccia presenza di fake news sull’Europa, sulle migrazioni e sulla guerra in Ucraina, con un particolare accento sulla demonizzazione del presidente Zelensky. Come fonti vengono utilizzati siti web filo russi. Il loro messaggio viene amplificato da migliaia di troll e di bot sui social.

I maggiori think tank mondiali hanno messo l’Unione europea in guardia da tempo. Il German Marshall Fund ha evidenziato come, nonostante i loro contenuti non siano tecnicamente visibili sul territorio europeo, servizi televisivi della televisione RT (già Russia Today) e articoli sull’agenzia di stampa Sputnik, continuano a essere diffusi serenamente sul web del Vecchio Continente. Sul banco degli imputati ci sono le piattaforme digitali, soprattutto Meta, che, nonostante l’introduzione del Dsa (Digital Services Act), la normativa che sanziona economicamente le piattaforme in caso di diffusione di fake news, continua a essere un ricettore perfetto di ads (annunci pubblicitari), post a pagamento, che nascondono messaggi della propaganda russa.

La vittima principale è l’Italia. Lo studio del gruppo di ricerca AI Forensic parla chiaro: l’Italia è il Paese dove la disinformazione russa si sta letteralmente scatenando. Se in Francia gli account raggiunti da una fake news sono, nella peggiore delle ipotesi, 150mila persone, in Italia si sfiora il mezzo milione. La causa di tutto questo è una concomitanza di fattori. Per prima cosa, l’Italia è un Paese sul quale la Russia investe in modo massiccio. Avere una nazione amica nel blocco del G7 e fra i fondatori dell’Unione europea è un vantaggio che a Mosca non sfugge. In secondo luogo, in Italia è molto più facile fare disinformazione che altrove. I legami culturali fra i due Paesi, l’avere avuto un partito comunista particolarmente potente e invasivo, le simpatie mai nascoste di alcuni leader nei confronti del presidente Putin, rendono il Bel Paese particolarmente attrattivo per i disinformatori del Cremlino.

Se dunque l’Italia ha il primato incontrastato di essere al centro dei pensieri di Mosca, gli altri Paesi dell’Unione non possono certo stare tranquilli. Germania e Polonia sono anch’esse nel mirino di Mosca. La prima perché deve riposizionarsi e tornare a essere un alleato strategico del Cremlino in Ue. La seconda perché più delle altre ha capito quanto sia pericolosa la Russia di Putin.

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