Roma, 21 settembre 2022 - Dal fisco alle pensioni, dalla sicurezza all’Europa, le risposte di Giuseppe Conte sui temi principali della campagna elettorale in vista del voto del 25 settembre.
Fisco e caro prezzi
1. Le misure di riforma fiscale per famiglie e imprese da fare subito?
2. Che cosa contesta delle proposte fiscali degli altri competitors?
3. Prezzi alle stelle: come acontrastare il caro energia e il crollo del potere d’acquisto?
Pensioni, welfare e lavoro
4. Quali interventi intendete mettere in campo per rendere flessibili le uscite pensionistiche?
5. Correggere o cancellare il reddito di cittadinanza?
6. Quali misure per sostenere il lavoro povero e contrastare l’instabilità dei contratti?
Immigrazione e sicurezza
7. Quali soluzioni per fronteggiare e regolare l’immigrazione clandestina?
8. Quale ruolo deve avere l’Europa nella gestione dei flussi migratori?
9. Quali interventi ipotizzate per rendere più sicure le città anche a tutela delle donne?
Politica estera e Europa
10. Russia e Cina rappresentano minacce incombenti per l’Occidente: come tutelarsi?
11. Sull’atlantismo che ruolo deve avere l’Italia anche in termini di spese militari?
12. L’Europa mostra fragilità nei meccanismi decisionali: come riformarla?
Fisco e caro prezzi
1. Cashback per i pagamenti elettronici
Cashback fiscale per accreditare immediatamente sul conto corrente dei contribuenti le detrazioni legate a spese effettuate con pagamenti elettronici, senza più dover conservare scontrini e senza dover aspettare i tempi lunghi della dichiarazione dei redditi; libera cessione dei crediti d’imposta sul modello Superbonus, da estendere ad altre agevolazioni come Transizione 4.0, per consentire a imprese e famiglie investimenti a costi ridottissimi; cancellazione dell’Irap sulle imprese. Ecco la ricetta fiscale del M5s.
2. Il centrodestra privilegia i ricchi
Le solite promesse, che peraltro finirebbero sempre e solo col privilegiare i ceti più abbienti o strizzare l’occhio agli evasori. La Flat Tax per tutti, per esempio, viene proposta dal centrodestra da 20 anni e riesumata a ogni campagna elettorale. Proposta illusoria, alla quale non credono neanche loro. Sempre nel centrodestra, propongono l’aumento del tetto al contante a 10mila euro: una follia, che aumenterebbe a dismisura i rischi di evasione e riciclaggio.
3. Serve un Recovery Fund dell’energia
Lo abbiamo detto e invocato per primi, sei mesi fa. Ci vuole una risposta europea sotto forma di un Energy Recovery Fund, alimentato da debito comune, per reperire risorse destinate a investimenti in rinnovabili e ad acquisti e stoccaggi comuni. Una Ue compatta sugli acquisti comuni avrebbe un tale potere contrattuale da ‘fare il prezzo’. Sul fronte interno si possono ottenere effetti di calmieramento col gettito di una vera tassa sugli extraprofitti, non il buco nell’acqua fatto dall’attuale governo.
Pensioni, welfare e lavoro
4. Allargare le categorie di lavori usuranti
Proponiamo di allargare le categorie dei lavori gravosi e usuranti e di permettere, a chi è nel sistema misto, di uscire da lavoro a 63 anni ricevendo subito la quota contributiva a cui a 67 anni si sommerà quella retributiva. E poi proroga di Ape Sociale e Opzione Donna, pensione anticipata per le mamme lavoratrici (un anno per ogni figlio fino a un massimo di 3 anni), pensione di garanzia per i giovani e riscatto gratuito della laurea
5. Eliminarlo crea instabilità sociale
Eliminarlo significa mettere a rischio la stabilità sociale. Per noi va ulteriormente migliorato: protegge oltre 3 milioni di persone e il 46% dei percettori sono lavoratori poveri. Vogliamo aggiornare la scala di equivalenza per famiglie numerose e disabili, e renderlo compatibile con lo svolgimento di lavori stagionali fino a una certa soglia di reddito annuo. Quanto ai centri per l’impiego diciamo alle Regioni, 14 su 20 governate dal centrodestra: completate la riforma senza perdere altro tempo.
6. Il salario minimo è imprenscindibile
Salario minimo a 9 euro lordi l’ora e lotta ai “contratti pirata“ sono elementi imprescindibili, insieme alla riduzione delle tipologie contrattuali e al ripristino del meccanismo delle causali previsto dal decreto Dignità, per rendere il lavoro a termine un’eccezione. Per i giovani, intendiamo eliminare stage e tirocini gratuiti, stabilendo un compenso minimo e calcolando quel periodo ai fini della pensione, e rafforzare l’apprendistato e l’apprendistato duale.
Immigrazione e sicurezza
7. Prevenzione nei Paesi di provenienza
La scommessa per politiche migratorie all’altezza dei tempi è quella di coniugare l’aspetto della legalità con il rispetto dei diritti umani. L’Italia deve scrollarsi di dosso retaggi dannosi del passato come la legge Bossi-Fini, un meccanismo – al ventesimo anno di vita – che discrimina, crea illegalità e ricatto lavorativo per i migranti. Allo stesso tempo, la lotta all’immigrazione clandestina deve contare anche su un lavoro di prevenzione nei Paesi di provenienza, attraverso percorsi di azione coordinata con i governi locali.
8. Sanzioni a chi non rispetta le quote
Grazie al governo Conte II l’Europa ha capito che la gestione del flussi migratori non può avere una dimensione nazionale. La proposta del Movimento 5 Stelle è chiara: accordo europeo di redistribuzione generalizzato, immediato e a carattere vincolante con la previsione di sanzioni per i Paesi che non rispettano le quote nazionali, stabilite in base a criteri di equa e sostenibile ripartizione. In più, è ormai indifferibile il superamento dei Trattati di Dublino e quindi dell’inaccettabile principio del «Paese di primo approdo» che deve farsi carico dell’accoglienza.
9. Educazione alla parità di genere
La cultura della sicurezza e della tutela delle donne passa attraverso meccanismi di stampo securitario – come il rafforzamento dei dispositivi di prevenzione e controllo, il monitoraggio delle strade e rafforzamento della pianta organica delle forze dell’ordine – ma anche attraverso un percorso civico che da un lato rilanci l’educazione al rispetto e alla parità di genere già nelle scuole, dall’altro garantisca la possibilità di vedere fiorire nei nostri Comuni progetti sociali di vero empowerment femminile.
Politica estera e Europa
10. No deciso alla corsa agli armamenti
Certamente non alimentando quella corsa agli armamenti che papa Francesco definisce una vergognosa pazzia. È davvero temibile lo scenario di nuova cortina di ferro, con la contrapposizione tra Paesi occidentali, da un lato, e Russia, Cina, India e resto del mondo, dall’altro. Per questo – al di là del prezzo che l’attuale dirigenza russa dovrà pagare per i suoi crimini – non dobbiamo perdere di vista una prospettiva multilaterale che garantisca pace e sicurezza ed eviti uno stato permanente di tensione geopolitica tra i maggiori player dello scenario internazionale.
11. Europa più forte dentro la Nato
Il rilancio dell’atlantismo passa per quello dell’europeismo. Per il M5s l’alleanza atlantica può essere più determinante se la sua dimensione europea – Italia compresa – agirà sempre più da partner paritario. Una maggiore integrazione della difesa Ue eviterebbe duplicazioni e sprechi, consentendo di ottimizzare e quindi diminuire le spese militari nazionali – non aumentarle – garantendo al contempo una più moderna ed efficiente difesa dell’Europa e quindi della Nato.
12. Sì alla cooperazione rafforzata
C’è un solo modo, che il Movimento 5 Stelle propone da tempo: superare l’unanimità decisionale che rende l’Europa ostaggio di veti incrociati ed egoismi nazionalistici, privilegiando la cooperazione rafforzata, vale a dire le decisioni prese a maggioranza, sola via per superare stalli inaccettabili come quelli sul tetto europeo al prezzo del gas, della redistribuzione europea dei migranti o della riforma del vecchio Patto di Stabilità.